Italia e Estero

Immigrazione, nel piano Ue la distruzione dei barconi

Vertice straordinario del Consiglio europeo sull'immigrazione: i 28 paesi chiederanno la copertura Onu per interventi militari
Un barcone carico di immigrati fermato nel canale di Sicilia
Un barcone carico di immigrati fermato nel canale di Sicilia
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L'Europa questa volta può davvero «cambiare passo» e dimostrare l’unità e la capacità di decisioni rapide e concrete troppo spesso assenti in passato. In poche parole: tornare alla sua vocazione politica. Il premier Matteo Renzi è «fiducioso» alla vigilia del vertice europeo straordinario che ha voluto con forza per dare «risposte concrete» alla più grave strage di migranti mai vista nel Mediterraneo. Perché, ripete, siamo «in guerra» contro i trafficanti di «carne umana», che vanno fermati. In gioco c’è una questione di «dignità» prima di tutto. Ma anche di sicurezza. 

«Non tutti i passeggeri sulle imbarcazioni dei trafficanti sono famiglie innocenti - scrive il premier in un editoriale sul Nyt, che alla strage del canale di Sicilia ha dedicato la prima pagina - il nostro sforzo per contrastare il terrorismo in Nord Africa deve crescere per superare questa minaccia, che crea un terreno fertile per il traffico di esseri umani». 

Un barcone carico di migranti soccorso nel canale di Sicilia
Un barcone carico di migranti soccorso nel canale di Sicilia

Per questo l’Ue deve intervenire, compatta, per porre fine «a questo ignobile traffico», come ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha assicurato di contare «su iniziative significative» da parte del vertice europeo «perché ora il clima è più favorevole». E su questo non ci sono dubbi. Basta vedere le reazioni rispetto a un dossier che fino a non molti mesi fa era considerato un problema nazionale. Dalla cancelliera tedesca Angela Merkel («le immagini dei migranti affogati sono inconciliabili con i valori europei»), passando per la Francia, che ha lanciato un appello a «non lasciar più morire gli immigrati», fino al premier britannico David Cameron. E il dramma dei 950 disperati risucchiati dal Mediterraneo non ha trovato insensibili neppure gli Stati Uniti.

Il presidente Barack Obama ha parlato del «caos Libia» che ha prodotto come risultato il dramma dei rifugiati. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha telefonato a Renzi per esprimere il suo apprezzamento per gli sforzi italiani e sottolineare che «la comunità internazionale deve condividere le responsabilità». Il premier a deputati e senatori ha chiesto una risposta «politica e non emotiva». E Camera e Senato hanno approvato le risoluzioni di maggioranza, integrate a palazzo Madama con una risoluzione di Forza Italia che impegna il governo a valutare l’opportunità anche di un eventuale ricorso al blocco navale sotto cappello Onu. Il piano europeo - bollato da Migrantes (Cei) come «debole e vergognoso» sotto il piano dell’accoglienza - prevede il raddoppio delle risorse destinate a Triton, interventi contro gli scafisti sul modello delle operazioni antipirateria e la distruzione dei barconi, con «azioni chirurgiche», sotto copertura Onu.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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