Immacolata e Lauretta, due giovani mamme uccise in poche ore
È il marito di Immacolata Villani ad essere ricercato dalle forze dell'ordine: è quanto si apprende a Terzigno dove la donna, 31 anni, è stata uccisa questa mattina davanti a una scuola elementare, dopo aver lasciato la figlia di 9 anni. I bambini sono stati fatti allontanare da un'uscita laterale per evitare di passare davanti al cadavere della donna che è ancora a terra. Tutto è avanti davanti all'ingresso della scuola Domenico Savio, del quartiere di Boccia al Mauro, al confine con Boscoreale.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il marito avrebbe lasciato una lettera in cui annunciava le sue intenzioni omicide. Immacolata Villani e il marito erano in fase di separazione. L'uomo, figlio di un direttore di banca, lavora nell'indotto dell'Alenia, azienda aerospaziale.
Ha trascorso invece la notte nel carcere di contrada Cavadonna Paolo Cugno, 27 anni, il bracciante agricolo accusato di avere ucciso a coltellate la fidanzata ventenne, Laura Petrolito, e di averne buttato il corpo in un pozzo nelle campagne di Canicattini Bagni, nel Siracusano. Dopo ore di interrogatorio Cugno ha confessato il delitto ed è stato fermato.
La coppia, come hanno raccontato diversi testimoni tra cui il padre della vittima, litigava da mesi: non si esclude che dietro la tensioni ci fosse la gelosia del giovane. L'assassino avrebbe rivelato agli investigatori anche dove si trovava l'arma utilizzata per pugnalare Laura. La giovane coppia, che viveva col padre di lei, ha un bimbo di 8 mesi. A soli 16 anni la ragazza aveva avuto un altro figlio dal fidanzato dell'epoca: il piccolo era stato affidato ai nonni paterni.
Sabato sera Laura e Paolo sono usciti per una passeggiata, forse l'ennesimo chiarimento dopo l'ennesima lite. Non vedendoli rientrare a casa, il padre di Laura ha dato l'allarme e sono scattate le ricerche. Ieri mattina il tragico ritrovamento da parte dei carabinieri: il corpo, sfregiato da numerose coltellate, si trovava all'interno di un pozzo artesiano, in contrada Tradituso, tra Noto e Canicattini Bagni. Al terreno gli inquirenti sarebbero arrivati grazie alle indicazioni del padre della vittima: il giovane, infatti, lavorava lì come bracciante ed è da lì che sono partite le ricerche.
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