Italia e Estero

Il terremoto nell'Adriatico ha scosso mezza Italia

Il sisma, pur più vicino alla Croazia, è stato avvertito fortemente nel nostro Paese: dalle Marche alla Puglia e sul lato opposto della penisola
La localizzazione del terremoto -  Foto © www.giornaledibrescia.it
La localizzazione del terremoto - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Una scossa di terremoto di magnitudo 5.6 nel mare Adriatico, a circa 90 chilometri dal Gargano e dalle Tremiti e a circa 30 chilometri dall’isola croata di Lastovo, è stata avvertita nel primo pomeriggio in molte regioni del centro-sud: da Ancona a Foggia ma anche in Dalmazia centrale, nelle città di Spalato, Trogir e nell’isola di Hvar.

L'effetto del terremoto nel mare Adriatico
Non si è trattato di un caso isolato, ma di uno sciame sismico che è proseguito per tutto il pomeriggio superando oltre 30 repliche, 9 nella prima ora, tutte però di intensità inferiore alla prima. Pur avendo allarmato molti cittadini, che hanno telefonato al 115, soprattutto coloro che vivono ai piani alti delle abitazioni, non ha provocato danni né a persone, né a cose, secondo quanto riferito dai Vigili del Fuoco e dalla Protezione Civile che si è messa in contatto con le strutture locali.

La prima scossa, la più forte, è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia alle 14.47 ad una profondità di 5 chilometri, mentre la successiva, alle 15.00, è stata di magnitudo 4.1 ad una profondità di 10 chilometri, quindi alle 15.13 un’altra di magnitudo 4.1 ad una profondità di 7 chilometri ed una quarta alle 15.21 di magnitudo 4 ad 11 chilometri di profondità, Tutte le altre hanno avuto gradi inferiori e sono proseguite fino alle 18.42, mentre sei minuti dopo una scossa di magnitudo 3.1 è stata registrata sulla costa croata meridionale.

Non ci sono rischi che il terremoto nel mare Adriatico possa propagarsi. Lo dice in un'intervista alla Repubblica Rita di Giovambattista, che dirige il dipartimento terremoti dell'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. «A queste distanze non c'è nessun pericolo - spiega - A volte può accadere che un terremoto rilasci lo sforzo sulle faglie vicine, ma solo nelle immediate vicinanze. I sismi in Italia centrale poi sono causati da un meccanismo opposto, di tipo distensivo. La geologia di questa zona è molto complicata». Il sisma, pur più vicino alla Croazia, è stato avvertito fortemente nel nostro Paese: dalle Marche alla Puglia, e perfino sul lato opposto della penisola, a Napoli, lungo la costa campana e quella del Lazio meridionale.

«La placca adriatica è molto rigida, si spinge fin sotto all'Appennino e trasmette bene le onde sismiche - spiega di Giovambattista - C'e' la spinta della placca adriatica sotto agli Appennini. Crea un movimento compressivo che è alla base sia della scossa principale di ieri che di quelle di assestamento. Nel pomeriggio ne abbiamo registrate oltre una trentina. Tre hanno superato la magnitudo 4, con due a 4.1. Nel 1978 c'era stata una scossa di magnitudo 5: sappiamo che si tratta di una zona sismica, non siamo stupiti. In mare per fortuna i danni sono minori, ma abbiamo anche meno strumenti per capire quali sono i fenomeni che causano i terremoti. Anche fissare la profondità è più difficile». Riguardo al rischo tsunami, spiega di Giovambattista, «c'è stata quella che chiamiamo un'informazione. L'allerta scatta a magnitudo superiori. Abbiamo monitorato la situazione con le boe, ma non ci sono state anomalie». 

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