Il telefono a scuola? A Piacenza resta in una tasca isolante
Cellulari sono vietati nelle scuole, l’apripista è un liceo di Piacenza.
Dopo il divieto per legge dell’uso dei telefonini nelle scuole francesi, votato all’inizio dell’estate, l’attenzione alla problematica si è spostata nel nostro Paese. Attualmente, infatti, l’uso del cellulare, durante le lezioni, è vietato in Italia, ma la regolamentazione è discontinua poiché affidata ai singoli istituti.
Il liceo San Benedetto di Piacenza, però, ha preso una posizione forte e ha messo al bando i cellulari a partire da questo anno scolastico servendosi di una particolare tecnologia.
All'ingresso in classe i ragazzi devono inserire il loro smartphone in una tasca isolante chiusa da un dispositivo che solo l’insegnante può sbloccare. La tasca scherma il dispositivo e lo rende inutilizzabile durante le sei ore di lezione, ricreazione compresa.
Questo permette ai ragazzi di concentrarsi su quello che stanno ascoltando senza preoccuparsi di scorrere i social o guardare tra le notifiche.
La prima lezione senza cellulare ha generato però qualche disagio nei ragazzi. È stata definita da qualcuno come qualcosa di terrificante e snervante. «E' terribile, ci sentiamo tagliati fuori dal mondo», commentano alcuni. Altri hanno accolto con maggior positività l'innovazione affermando che dopo un po’ ci si abitua a trascorrere le ore di lezione stando disconnessi. Molti sostengono che al liceo gli studenti debbano arrivarci da soli all’importanza dello stare attenti in classe. I genitori, invece, sono contenti e vedono una possibilità per i ragazzi per staccarsi dagli schermi.
«Non vogliamo punire i nostri studenti, vogliamo insegnargli a sviluppare l’ascolto interiore, a parlare di più e meglio» spiega il preside Fabrizio Bertamoni. Oltre alla maggiore attenzione questo divieto permette agli alunni di stare insieme guardandosi negli occhi. E «Per dare il buon esempio, chiederemo anche ai docenti di mettere il loro telefono nella tasca isolante» aggiunge il preside.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato