Italia e Estero

Il quadro di Klimt rubato nascosto per 22 anni... a pochi metri

La tela ritrovata in un'intercapedine del muro della stessa galleria di Piacenza teatro del furto nel 1997 sarebbe proprio il Ritratto di Signora
Il Ritratto di Signora sparito a Piacenza 22 anni fa e ora ritrovato casualmente - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il Ritratto di Signora sparito a Piacenza 22 anni fa e ora ritrovato casualmente - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Era uno dei quadri rubati più ricercati del mondo. Ma dopo un furto rocambolesco alla vigilia di una mostra, il «Ritratto di signora» di Gustav Klimt potrebbe essere rimasto nascosto per 22 anni e 9 mesi in un'intercapedine su un muro esterno del museo, la Galleria Ricci Oddi di Piacenza, da dove è stato rubato. Senza che nessuno se ne accorgesse e senza che chi lo aveva rubato andasse a prenderselo.

Anzi, la tela ha rischiato seriamente di finire fra i rifiuti quando un addetto ai lavori di pulizia dello spazio esterno lo ha trovato, chiuso dentro un sacco nero, in una cavità protetta da uno sportello in lamiera che nel frattempo era stata nascosta dall'edera. Nei prossimi giorni analisi più approfondite diranno una parola definitiva sulla sua autenticità, ma una prima expertise ha confermato che si tratta proprio di quel dipinto: nella parte posteriore vi sono infatti anche i timbri delle esposizioni in cui l'opera era stata esposta in passato.

Il furto della «Signora» fu, nel febbraio 1997, una storia da film che finì sui giornali di tutto il mondo: del furto ci si accorse il 22 febbraio, ma probabilmente avvenne qualche giorno prima, nella confusione del trasloco di parecchi dipinti per una mostra a Palazzo Gotico dedicata proprio a Klimt. Un ritardo che causò una grave danno alle indagini.

Si avanzarono le tesi più varie e fantasiose, specie dopo che fu trovata la cornice, smontata, nello sgabuzzino di un lucernario: ci fu chi pensò a ladri acrobati, chi suppose che il dipinto fosse uscito tranquillamente dalla porta principale, approfittando del trambusto di quei giorni. Dalla sala in cui era esposto (era ovviamente il pezzo più importante della pinacoteca) aveva fatto solo poche decine di metri, andando a finire nell'intercapedine appena fuori dalla porta del museo. Probabilmente doveva essere, nell'intenzione di chi l'ha rubato, un nascondiglio temporaneo: poi, però, forse anche per l'attenzione mediatica, la sorveglianza delle forze dell'ordine e il rischio di ricettare un'opera divenuta così celebre, i ladri potrebbero non essere mai tornati a riprenderselo.

Nel corso degli anni si sono alimentate voci e leggende su questo quadro che ne hanno alimentato il mito: dalla possibilità che fosse stato usato per riti satanici o che fosse finito in un fantomatico «tesoro di Craxi» nascosto in Tunisia. Inizialmente furono indagati gli allora custodi della Galleria, ma la loro posizione fu ben presto archiviata dal gip per mancanza di prove.

Nel 2016 l'inchiesta fu riaperta dopo il ritrovamento di una traccia di Dna sulla cornice, ma non ci furono particolari sviluppi. Ora il colpo di scena che potrebbe acclarare che il dipinto, uno dei più ricercati del mondo, non si è mai mosso dalla Ricci Oddi. Ma per dirlo con certezza serviranno altri accertamenti degli inquirenti. Che proveranno anche a far chiarezza sui tanti lati oscuri di una vicenda apparentemente assurda.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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