Il punto sul terremoto di magnitudo 6.5 in Umbria
La terra ha tremato nuovamente stamani alle 7.40 nelle regioni centrali dell’Italia, provocando crolli, feriti e tanta paura non solo nelle zone interessate dal sisma, ma in tutto il Paese. E ora è allarme per l'alto numero di sfollati, che secondo il governatore delle Marche potrebbero arrivare a centomila.
Dopo la prima scossa di magnitudo 6.5, epicentro nel territorio di Norcia (Perugia), si sono susseguite decine di eventi di magnitudo maggiore di 3.0 nella zona al confine tra Marche e Umbria. Tantissimi i crolli. La parte alta della frazione di Castelluccio di Norcia è stata rasa al suolo. Per fortuna, in molti paesi la popolazione si era già spostata fuori dai centri storici a seguito delle scosse dei giorni scorsi.
I feriti, ha reso noto il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, sono una ventina, alcuni in codice giallo: nessun ferito in pericolo di vita, dunque.
Le frazioni della vasta zona colpita sono state tutte prevalentemente raggiunte, qualcuna è ancora isolata dal punto di vista stradale, ma non risultano situazioni difficili, ha spiegato Curcio. Ci sono 15mila utenze senza luce e problemi di acqua potabile.
La viabilità è «fortemente compromessa»: in particolare la Salaria è interrotta in due punti e per il resto è aperta ai soli mezzi di soccorso.
Il terremoto è stato avvertito anche a Roma, dove sono in corso decine di verifiche dei vigili del fuoco sugli edifici. La tangenziale est, importante arteria cittadina, è stata chiusa in un tratto per verifiche tecniche. La Basilica di San Paolo, inizialmente chiusa per verifiche, è stata riaperta.
Il premier Matteo Renzi ha annunciato per domani un Consiglio dei ministri. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si trova in queste ore a Gerusalemme, ha detto di seguire le notizie «con preoccupazione e grande attenzione» e di comprendere «l'allarme che c'è nelle popolazioni che vivono nelle zone colpite», aggiungendo che «l'intervento è stato pronto ed efficace».
Parole echeggiate anche in un tweet del ministro dell'Interno, Angelino Alfano: «La macchina dei soccorsi da subito operativa: 1.300 uomini in campo. Prime operazioni soccorso ben riuscite».
Vicinanza alle popolazioni colpite anche dal Papa, che dopo l'Angelus ha detto di pregare «per i feriti e per le famiglie che hanno subito maggiori danni, come pure per il personale impegnato nei soccorsi e nell'assistenza».
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