Italia e Estero

Il punto sugli attentati che hanno insanguinato Bruxelles

Gli attacchi rivendicati dall'Isis, sarebbero stati pianificati a Raqqa. Ancora da ricostruire il legame con l'arresto di Salah Abdeslam
AA

È di 31 morti e 250 feriti l'ultimo bilancio, ancora provvisorio, del ministro della Sanità belga, degli attacchi terroristici sferrati ieri a Bruxelles, rivendicati dall'Isis

Finora sono tre gli italiani individuati negli ospedali e già dimessi, mentre la ricerca dei connazionali di cui le famiglie non hanno notizie è proseguita anche di notte, con l'aiuto dell'ambasciata italiana. 

Violentissimo l'attacco all'aeroporto di Zaventem, chiuso anche oggi. Scuole e trasporti, tranne la metro, riaprono. 

L’allerta resta al livello massimo

Il Dipartimento di Stato americano ha emesso un «travel warning», invitando i cittadini americani a non viaggiare verso e attraverso l'Europa dopo gli attacchi di Bruxelles, e indicando l'esistenza di una minaccia «a breve termine» di possibili nuovi attentati. 

Il ministro degli Esteri Gentiloni, in una intervista, esclude ogni legame tra immigrazione e attentati, invitando a «isolare l'infima minoranza di estremisti dentro alla comunità islamica». 

La polizia belga ha intanto diffuso la foto di tre attentatori in azione all'aeroporto, due forse morti facendosi esplodere, il terzo ricercato. 

Gli 007 iracheni parlano di altri tre terroristi «pronti a colpire». Sempre da Baghdad arriva l’ipotesi che gli attentati di Bruxelles siano stati pianificati a Raqqa, in Siria, la capitale di fatto dell'Isis. Lo scrive l’Associated Press. Non è chiaro però se si tratta di una risposta all’arresto di Salah Abdeslam, l’unico attentatore di Parigi ancora vivo e ricercato da mesi. Tra le ipotesi vi è che l’azione terroristica fosse pianificata da tempo, considerata la complessità dell’operazione, ma che Bruxelles sia stata scelta all’ultimo.

Mentre si cerca di capire il quadro del 22 marzo di sangue, sono stati arrestati in Germania tre kosovari sospetti provenienti da Bruxelles, ma non è certo un legame con gli attacchi. 

L'Ue blinda i confini, mentre in Italia sono stati rafforzati i controlli negli aeroporti, nelle carceri e nelle periferie ma le frontiere restano aperte.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia