Il premier Conte illustra il decreto Natale
Arriva il decreto di Natale: l'Italia sarà rossa per tutti i festivi e prefestivi fino alla Befana, con i negozi, i bar e i ristoranti chiusi e il divieto di uscire da casa propria se non per motivi di lavoro e salute.
Dopo giorni di discussioni, il governo vara la nuova stretta per evitare che i pranzi e le cene delle feste facciano da detonatore per una terza ondata a gennaio e febbraio.
«Il sistema a zone ha funzionato, questo ci ha permesso di evitare un lockdown generalizzato che avrebbe danneggiato il tessuto economico. Tutte le regioni potrebbero rientrare nell'area gialla. La situazione è difficile in tutta Europa, il virus si lascia piegare, ma non sconfiggere. Il comitato tecnico scientifico ci ha manifestato preoccupazione per gli assembramenti, dobbiamo quindi intervenire e vi assicuro che non è una decisione facile ma sofferta».
Dal 21 dicembre al 6 gennaio è vietato ogni spostamento tra Regioni, compresi quelli per raggiungere le seconde case.
L'intero territorio nazionale sarà zona arancione il 28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio. In questi giorni ci si potrà spostare esclusivamente all'interno del proprio comune senza giustificarne il motivo. Nel provvedimento c'è anche la deroga per i piccoli comuni: durante le giornate in cui l'Italia sarà arancione ci si potrà spostare da quelli sotto i 5mila abitanti, ma ad una distanza massima di 30 chilometri e comunque non per andare nei capoluoghi di provincia.
Rimangono chiusi bar e ristoranti tranne che per asporto e consegne a domicilio. I negozi saranno aperti fino alle 21. Nei giorni da zona rossa saranno chiusi i centri estetici. Aperti supermercati, negozi di alimentari, di prima necessità, farmacie e parafarmacie, parrucchieri e barbieri. Sempre nei giorni natalizi da zona rossa sarà consentito fare attività motoria nei pressi della propria abitazione e sportiva all'aperto in forma individuale.«Siamo al fianco» degli operatori che saranno coinvolti da queste misure. «Abbiamo sospeso contributi e tributi per coloro che hanno perdite - ha spiegato il premier -. Chi subisce dei danni economici deve essere subito ristorato. Questo decreto dispone subito un ristoro di 645 milioni per i ristoranti e bar».
«Non stiamo perdendo tempo: le misure adottate oggi dal Cdm vanno dal 24 dicembre 6 gennaio, si tratta solo di un intervento ulteriore su un piano natalizio predisposto con anticipo. Detto questo, noi abbiamo sempre detto che ci muoveremo sulle evidenze scientifiche, se il nostro Cts ci dice che si preannuncia una circolazione del virus, non solo in Italia ma in Europa, che richiede misure, noi difendiamo il Paese e interveniamo subito, come abbiamo sempre fatto con coscienza».
«La pandemia ci sta insegnando, tra le lezioni, che dobbiamo mantenerci sempre pronti a intervenire. Abbiamo programmato al momento un recupero della didattica in presenza al 7 gennaio. Nel corso del Cdm c'è stata una pausa durante la quale i ministri Azzolina, Boccia, e De Micheli mi hanno informato che i tavoli presso i prefetti stanno funzionando molto bene, con sinergia. Questo ci dà maggiore fiducia per la ripresa in presenza a gennaio».
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