Italia e Estero

Il Papa a Cuba riconciliatore nel «mondo assetato di pace»

Il Pontefice è stato accolto all'Avana dal presidente Raul Castro
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«Credo che oggi il mondo sia assetato di pace». In volo sull’aereo che lo porta a Cuba, nel decimo e più lungo viaggio del suo pontificato (dieci giorni) che proseguirà negli Usa, Papa Francesco mette subito in chiaro quale sia il pensiero che più lo attanaglia: «la parola pace». E lo fa ricordando in pochi e densi tratti «le guerre, i migranti, l’ondata migratoria di persone che fuggono dalle guerre, che fuggono dalla morte».

E quella di costruire sempre nuovi ponti è la missione di fondo di questo viaggio a Cuba e negli Usa, Paesi nel pieno di una normalizzazione dei rapporti, favorita anche dalla mediazione della Santa Sede, dopo oltre cinquant’anni di reciproco «muro».

All’Avana il Papa è stato accolto con gli onori militari più alti, con 21 salve di cannone. Qui la prima stretta di mano col presidente Raul Castro, e anche il primo saluto inviato all’anziano «lider maximo» Fidel, che dovrebbe incontrare.

«Vorrei chiederle, signor presidente, di trasmettere i miei sentimenti di speciale considerazione e rispetto a suo fratello Fidel», ha affermato nella cerimonia di benvenuto. Uno degli auspici da lui formulati è stato che «la Chiesa continui ad accompagnare e incoraggiare il popolo cubano nelle sue speranze e nelle sue preoccupazioni con libertà e con i mezzi e gli spazi necessari». 

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