Il nuovo test missilistico (fallito) della Corea del Nord
La Corea del Nord tenta, ma fallisce, un nuovo lancio missilistico. Il test è avvenuto a poche ore dalla parata militare a Pyongyang in cui ieri il regime di Kim jong-un ha messo in campo una delle più imponenti dimostrazioni di forza, una parata organizzata per il 105esimo anniversario della nasciata di Kim Il Sung, nonno dell'attuale leader, in cui hanno sfilato i missili simbolo della minaccia nordcoreana, quel problema cioè cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha garantito «verrà posto rimedio».
Ieri sera però Trump non ha parlato e all'ultima provocazione di Pyongyang ha risposto con un «no comment» veicolato dal capo del Pentagono James Mattis. È la scelta tattica di Washington di non dedicare troppa attenzione alle provocazioni di Kim jong-un. Non per ora, o almeno presumibilmente fino a quando non sarà più chiara la natura di quest'ultimo gesto.
Nello specifico la natura del missile che, lanciato dalle coste orientali del Paese alle 17.21 di sabato ora di Washington (già il giorno seguente in Corea del Nord), dalla città di Sinpo, è espoloso quasi immediatamente dopo il decollo. Le prime indicazioni dalla Difesa sucoreana, poi la conferma dei militari Usa, stabilendo che è stato utilizzato un unico missile e che l'area interessata è la stessa individuata per recenti tentativi falliti di lanci.
Adesso Corea del Sud e Stati Uniti sono impegnati a ottenere maggiori informazioni sul tipo di missile utilizzato. «Il presidente e la sua squadra militare sono al corrente dell'ultimo tentativo fallito di lancio missilistico della Corea del Nord. Il presidente non ha alcun ulteriore commento», è la breve nota diffusa da Mattis, mentre il presidente Trump si trovava nel suo resort di Mar-a-Lago in Florida, e che sembra così sottolineare la scelta della Casa Bianca di rispondere senza clamore. Dal punto di vista militare, però, gli Usa sono pronti: Trump ha mobilitato una «armada», ovvero due cacciatorpedinieri in grado di lanciare missili Tomahawk verso il sito dove sono stati effettuati test nucleari nordcoreani, bombardieri pesanti B-52 e B-2 Spirith nella base aerea di Guam, pronti ad attaccare se necessario, e la portaerei Uss Carl Vinson, in avvicinamento.
In queste ore è a Seul il vicepresidente Mike Pence, nella prima tappa di un tour di 10 giorni nell'area toccando cinque paesi e i rispettivi leader, partendo dal premier sudcoreano Hwang Kyo-ahn, che svolge le funzioni presidenziali in attesa delle elezioni di maggio. Martedì Pence sarà a Tokyo, dove incontrerà il premier Shinzo Abe. Quella col Giappone è infatti per l'America alleanza cruciale per gli equilibri regionali e anche a livello globale. Secondo le prime segnalazioni del ministero della Difesa dopo il tentativo di lancio di un missile balistico da parte della Corea del Nord, la sicurezza sul territorio giapponese non è stata messa a rischio.
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