Il mistero dei cadaveri ritrovati sul Monte Bianco
Sono rimasti ancora una notte sul ghiacciaio del Miage, ai piedi del Monte Bianco, i tre cadaveri senza nome trovati nel tardo pomeriggio di martedì da un’escursionista francese. Tre alpinisti morti probabilmente alla fine degli anni Novanta.
Il ghiaccio, in forte ritirata, li ha restituiti in questa estate di caldo torrido che non ha risparmiato l’alta quota, dopo averli nascosti per molti anni. Le circostanze dell’incidente sono ancora un mistero. L'unico indizio è una carta di identità tedesca rilasciata nel 1995, sgualcita e difficilmente leggibile. Era all’interno del portafogli, consegnato in serata ai finanzieri del Soccorso alpino di Entreves (Sagf) che hanno immediatamente allertato le autorità consolari e stanno consultando l'archivio storico riguardante i dispersi.
I militari hanno potuto anche visionare alcune foto scattate dall'uomo che si è imbattuto nel macabro ritrovamento durante un'escursione nella Val Veny, sopra Courmayeur. Prima dell'identificazione sarà necessario recuperare i cadaveri, in avanzato stato di decomposizione. La complessa operazione sarà condotta dall'elicottero del Sagf e dai vigili del fuoco di Aosta.
«Con il caldo e il conseguente scioglimento dei ghiacciai aumenta la frequenza di questi ritrovamenti», spiega il maresciallo Delfino Viglione, comandante della stazione Sagf di Entreves. È stato lo stesso finanziere ad occuparsi, una decina di giorni fa, di un altro analogo rinvenimento sul ghiacciaio della Brenva: resti di un alpinista, la cui scomparsa è stata fatta risalire agli anni Ottanta, in base all'esame dell'attrezzatura. Il fatto più clamoroso di riemersione di corpi dal ghiaccio perenne è accaduto quest'anno in Svizzera, sulle Alpi bernesi, dove sono stati ritrovati i cadaveri mummificati di Marcelin e Francine, dispersi nell'agosto del 1942 durante una traversata. Ad identificarli è stata la figlia della coppia, ormai ottantenne, che mai si era rassegna alla misteriosa scomparsa dei genitori.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato