Il coraggio di nonno Roberto, morto per salvare la nipotina
Sei morti, tra cui un bambino di 4 anni, due persone ancora disperse, una giovane donna e un uomo che dopo un giorno di ricerche ancora non si trovano. È il bilancio dell'immane tragedia che si è abbattuta su Livorno dopo una pioggia battente che è caduta ininterrottamente per quattro ore, dalle due alle sei, sulla città andando a colpire in particolare la zona sud e i quartieri intorno a Montenero. L'acqua e il fango nel buio della notte nelle loro case: sono morti così.
Quattro persone, quasi una intera famiglia - due soli i superstiti - sono morti nella stessa casa, al piano terra di un palazzo signorile a due passi dal lungomare. Altre due sulla zona ai piedi della collina di Montenero.
Tra i morti c'è già un eroe: un nonno che dopo aver messo in salvo la nipotina si è rituffato nell'acqua limacciosa e buia per tentare di trarre in salvo anche il nipotino di quattro anni. Sono morti entrambi e con loro il babbo e la mamma dei piccoli.
La famiglia, Simone Ramacciotti di 37 anni, la moglie Glenda Garzelli, 36, ed il piccolo Filippo con la sorellina, il nonno Roberto Ramacciotti, 65 anni, e la moglie, viveva al piano terreno di una palazzina dei primi del Novecento in viale Nazario Sauro, tra lo stadio e l'accademia navale, nella zona residenziale dell'Ardenza: una famiglia normale e conosciuta nel quartiere dove si affacciano villette liberty, con padre e figlio che lavoravano come assicuratori a Empoli. Di loro si sono salvati solo la bambina e la nonna. Il loro appartamento è al piano terra, ma il palazzo sorge in una zona più bassa rispetto al livello stradale, circondato da un giardino che ora è un campo di fango. L'acqua ha invaso l'appartamento in un batter d'occhio, sommergendo quasi per intero le stanze.
È stato nuotando in quella che era la loro casa che il
nonno è riuscito a salvare la piccola, aiutato da un vicino, e poi ha deciso di rituffarsi per cercare anche il nipotino, ma inutilmente: nessuno è più riemerso da quel lago domestico. L'onda di acqua e detriti veniva, secondo quanto ricostruito, da poco distante, dal Rio Maggiore, un torrente «tombato» da decenni e che ha la propria foce in mare ad un centinaio di metri in linea d'aria. Il torrente si è gonfiato e le acque, per la fortissima intensità della pioggia, 250 mm in due ore, hanno scavalcato il tombamento andando a tracimare nel giardino dell'abitazione.
Un vicino di casa che ha cercato aiutare padre e figlio a salvare entrambi i piccoli, ha parlato di una crescita in tempi strettissimi del livello dell'acqua. Anche lui si è salvato per miracolo. Per recuperare i corpi sono dovuti intervenire i sommozzatori dei vigili del fuoco con una squadra anche da terra.
Più nell'interno le case isolate dove sono proseguite per tutto il giorno le ricerche dei dispersi sono state investite. Un 70enne ha trovato la morte nella sua villetta in via della Fontanella, nella zona di Collinaia, poco più a sud, quasi ai piedi della collina di Montenero, vicino al Rio Ardenza che sfocia in mare in località Tre Ponti. La casa di Raimondo Frattali è stata investita da acqua, fango e detriti. La moglie e la figlia sono salite sul tetto per salvarsi. Analoga la situazione in cui è morto Roberto Vestuti, 64 anni, in via Sant'Alò, zona collinare di Montenero ancora più all'interno e sempre lungo il percorso del Rio Ardenza.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato