Italia e Estero

Il bicameralismo è una questione tutta italiana

Come funziona in Europa il rapporto tra Camera bassa e Camera alta? Gli esempi di Germania, Spagna, Francia e Inghilterra
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Noi e gli altri. Alla vigilia del referendum costituzionale del 4 dicembre in cui i cittadini saranno chiamati a votare a favore o contro la riforma della Costituzione può essere utile capire come funziona, nei principali Paesi europei, il rapporto tra Camera bassa e Camera alta.

Tenendo conto che, in particolare nei Paesi scandinavi (ma anche in Stati dell’Europa del Sud come Grecia e Portogallo), prevale un sistema monocamerale. Il confronto è con i casi classici: Regno Unito, Francia, Germania e Spagna che tuttavia si presentano tutti come sistemi bicamerali differenziati, ma al centro del processo legislativo vi è la Camera bassa. 

Solo in Spagna il Senato è eletto direttamente a suffragio universale, mentre in Francia, in una cornice semipresidenziale, il Senato ha competenze simili all’Assemblea nazionale. 

La Germania ha un parlamento monocamerale, l’attività legislativa del Bundestag è svolta congiuntamente con il Bundesrat. La Camera federale è eletta ogni quattro anni a suffragio universale, mentre il Consiglio federale è composto da 69 rappresentanti dei Lander (il numero varia in base alla popolazione) che sono espressione politica della maggioranza che governa il singolo land. I rappresentanti che siedono nel Bundesrat hanno il vincolo di mandato assoluto. Le competenze del Bundesrat, che è una vera e propria Camera delle autonomie, sono indicate dalla Costituzione e anche in Germania la legislazione concorrente è stata abrogata, attraverso una riforma della Grundgesetz nel 2006. Nella stessa occasione è stato limitato il numero delle leggi che necessitano l’assenso del Bundesrat, che può presentare un veto alle leggi che il Bundestsg può bypassare. 

Le Cortes generales, ovvero il Parlamento spagnolo è composto dal Congresso, che ha un ruolo di rilievo nel processo legislativo e dà la fiducia al governo, e dal Senato, che può porre il veto su un disegno di legge, ma per essere bypassato serve la maggioranza assoluta della Camera bassa. Vi sono delle analogie con il nuovo Senato italiano previsto dalla riforma del governo Renzi, la Camera alta spagnola può presentare emendamenti alle leggi, ma basta un voto contrario del Congresso per renderli vani. È interessante e rappresentativo della storia della Spagna il metodo di elezione dei senatori, 208 sono eletti con un sistema maggioritario in collegi provinciali, mentre 56 sono nominati dalle 17 assemblee delle Comunità autonome. Oltralpe. 

Il Senato francese, composto oggi da 348 rappresentanti è eletto in maniera indiretta, in ogni dipartimento, da un collegio elettorale composta da deputati, consiglieri regionali e municipali. Il Senato non vota la fiducia, ma ha gli stessi poteri dell’Assemblea nazionale: una legge deve essere approvata in maniera identica dalle due Camere e se non viene approvato un testo comune, può essere costituita una commissione paritaria per dirimere la questione. Regno Unito. 

La celebre Camera dei Lords, depotenziata progressivamente nel secondo dopoguerra, è considerata come Camera di compensazione ed è composta da 26 Lord di diritto e 700 nominati a vita dalla regina. Non può sfiduciare il governo e ha il potere di rimandare alcune leggi ai Comuni per essere modificate, ma la Camera bassa può ignorare le richieste dei Lord. 

Qui la pagina completa del Giornale di Brescia con gli approfondimenti sul bicameralismo.

 

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