Italia e Estero

I ricercatori alle prese con la bufala delle scie chimiche

Per la prima volta è stato fatta una pubblicazione sul tema su una rivista scientifica per respingere le teorie complottiste
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La bufala delle scie chimiche è forse una di quelle più dure a morire in tutto il mondo compresa l'Italia, con un consenso «trasversale» che nel nostro paese accomuna ad esempio Piero Pelù, Romina Power e persino qualche esponente politico. 

Per cercare di sfatare la leggenda metropolitana che vuole che le tracce lasciate dagli aerei nel cielo siano in realtà dovute a fantomatici esperimenti con agenti chimici o batteriologici per la prima volta è stato fatta una pubblicazione sul tema su una rivista scientifica, nel tentativo di ribadire anche ufficialmente che le scie hanno una spiegazione perfettamente razionale. Ad affermarlo è l'articolo su Environmental Research Letters, che ricorda come il 17% della popolazione mondiale crede invece siano il segno di qualche fantomatico esperimento governativo.

(Clicca qui per leggere lo studio)

I ricercatori della University of California Irvine hanno mostrato quattro foto tra le più popolari tra i complottisti a 77 ricercatori specializzati nello studio dell'atmosfera, chiedendo anche se nelle loro ricerche avessero mai trovato qualche segno di possibili «manipolazioni». 

Settantasei esperti hanno risposto no alla seconda domanda, con una che invece ha affermato di aver trovato una volta un livello eccessivo di bario, un elemento comunque innocuo, in una zona con poco bario nel terreno. 

Le foto, secondo tutti gli intervistati che hanno anche fornito rimandi alla letteratura scientifica sulle loro affermazioni, potevano invece essere spiegate con il fenomeno della condensazione del vapore acqueo intorno ai residui della combustione degli aerei. Anche un'immagine molto famosa tra i complottisti, che ritrae scie intermittenti che dovrebbero essere la prova che gli aerei spruzzano le sostanze a intervalli, per il 100% degli intervistati può essere spiegata con il passaggio dell'aereo da una zona più umida a una più secca, con la scia che quindi si dissipa più velocemente. 

Le prime teorie cospirazioniste sulle scie chimiche risalgono al 1996, quando negli Usa alcuni gruppi iniziarono ad accusare l'aereonautica militare di usare gli aerei per diffondere «sostanze non identificate» nell'atmosfera per il controllo del clima. Nel corso del tempo il numero di questi fantomatici esperimenti sarebbe aumentato, secondo i complottisti, provocando l'aumento di malattie nella popolazione generale, da quelle cardiache all'autismo passando per i disturbi neurologici. 

La maggiore presenza e persistenza delle scie negli ultimi anni, citate come prove del fatto che sono artificiali, hanno però spiegazioni molto semplici, sottolinea lo studio. «Ci sono più scie semplicemente perchè sono aumentati gli aerei - spiega Ken Caldeira, uno degli autori -, e probabilmente sono più persistenti per effetto dei cambiamenti climatici».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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