Italia e Estero

I prossimi passi del governo Conte, tra Europa e Finanziaria

Il premier prepara gli interventi alle Camere. Europa: dialogo ordinato ma non arrendevole
Il premier Giuseppe Conte - Foto Maurizio Brambatti/Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il premier Giuseppe Conte - Foto Maurizio Brambatti/Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Manovra, investimenti, semplificazione. Con particolare attenzione al rapporto con l’Ue, con cui il dialogo sarà ordinato ma non arrendevole. E avrà un obiettivo: la revisione del patto di stabilità.

Fedele alla sua vocazione internazionale, il premier Giuseppe Conte, tra i punti chiave della sua road map, pone l’Europa e il confronto che, nel giro di qualche settimana, l’Italia avrà con la manovra in arrivo. E, non a caso, l’Ue sarà uno dei binari su cui il premier sta preparando il discorso per la fiducia alle Camere: lunedì a Montecitorio, martedì al Senato, dove il governo punterà i fari sui numeri della maggioranza, non troppo rassicuranti.

Conte passerà i prossimi giorni al lavoro sull’intervento, evitando anche la partecipazione al Forum Ambrosetti di Cernobbio, considerata inopportuna prima di ottenere la fiducia del Parlamento. Poi, da mercoledì, per il premier si profila un autunno intenso. E il fronte più caldo è quello dell’autunno scorso: la legge di stabilità e il confronto-scontro con Bruxelles.

Certo, tutto è cambiato in un mese: agli Affari Ue, al posto di un leghista, c’è il Dem Enzo Amendola mentre la nomina di Paolo Gentiloni a commissario riporta il sereno nei rapporti tra Roma e la presidente della commissione Ursula von der Leyen. Con un’appendice: il possibile arrivo dell’ex premier agli Affari Economici sarebbe considerato, nella nuova maggioranza, un capolavoro diplomatico. Per Conte, allo stesso tempo, si pone un tema: quello di non apparire, agli occhi delle opposizioni e forse anche di una parte del M5S, genuflesso nei confronti di Bruxelles. E una spia di ciò sono le dichiarazioni aspre di alcuni europarlamentari M5S (Corrao, Pedicini, Giarrusso), critici con la nomina di Gentiloni e preoccupati di giustificare al loro elettorato il repentino cambio di direzione del Movimento e del governo.

Per questo, a Palazzo Chigi, sottolineano come il cambio di alleanza non corrisponda a un piegarsi ai diktat di Bruxelles. Conte, si spiega, proseguirà sulla linea di quell’europeismo critico che, già l’anno scorso, ha contraddistinto la sua azione, sebbene all’ombra degli attacchi di Salvini. La fine dell’alleanza con la Lega libera il premier di un «peso» sull’azione che già nei mesi scorsi avrebbe voluto portare avanti. Non a caso, sulla manovra il premier riparte da quei tavoli tecnici che aveva intenzione di formare dopo l’incontro con le parti sociali.

 

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