Help Senza Confini, a Goma cadaveri in strada e nessun aiuto
PESCARA, 31 GEN - "La situazione nell'area di Goma sta degenerando e il numero di vittime deli scontri rischia di raddoppiare in pochi giorni". Rientrato da poco da un'ennesima missione umanitaria in Congo, il prof. Francesco Barone, docente di Pedagogia della cooperazione sociale e internazionale all'Università dell'Aquila e responsabile della onlus Help Senza Confini, continua a ricevere messaggi molto delicati da parte dei collaboratori della sua onlus che operano nel Nord Kivu. "Mi scrivono che gli scontri hanno provocato un numero enorme di morti - dice Barone all'ANSA - si teme che nel giro di poco si raggiungano le 2mila vittime. I corpi giacciono abbandonati per strada, in avanzato stato di decomposizione. Ci sono continui saccheggi e sabotaggi da parte del gruppo M23". "I miei collaboratori scrivono anche - prosegue Barone - che i ribelli sono in procinto di forzare le porte delle istituzioni ( il palazzo di giustizia, le scuole, i depositi e i magazzini commerciali). La preoccupazione è che la fame si accentui e provochi altre vittime, in un contesto in cui non esistono corridoi umanitari". Dallo scambio di messaggi con l'associazione Help Senza Confini Onlus si evince che "al momento le organizzazioni umanitarie non possono intervenire a causa dell'insicurezza e che la situazione accentua il rischio di epidemie dovuto alle macerie e alla mancanza di soccorsi". Di qui il rinnovato appello da parte di Help Senza Confini alla comunità internazionale affinché si riesca a mettere fine a una guerra che dura da oltre 30 anni, ha causato 15 milioni di morti, 500.000 donne stuprate e sofferenze incalcolabili. "Il nostro lavoro - conclude Barone - è quello di cooperare per una pace definitiva nella Repubblica Democratica del Congo".
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