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Haiti, la polizia ha catturato la mente dell'omicidio di Moise

Si tratta di un medico di 63 anni, che secondo le forze dell'ordine e la magistratura sarebbe stato il referente per l'assassinio del presidente
Il direttore generale della polizia nazionale di Haiti Léon Charles - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Il direttore generale della polizia nazionale di Haiti Léon Charles - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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La polizia e la magistratura di Haiti hanno annunciato di aver catturato la mente dell’assassinio del presidente Jovenel Moise, avvenuto il 7 luglio a Port au Prince. Dopo la rapida cattura della manovalanza colombiana che avrebbe eseguito materialmente l'attacco notturno alla residenza presidenziale uccidendo il capo dello Stato e ferendo gravemente la moglie Martine, la polizia e la magistratura dicono di aver messo le mani sul primo pesce grosso, che potrebbe portare ai mandanti di un'operazione che ha ulteriormente aggravato la già drammatica crisi sociale e politica del paese caraibico. 

Si tratta di Christian Emmanuel Sanon, un medico haitiano di 63 anni, da 20 residente a Miami. Questa persona, ha spiegato il direttore generale della polizia nazionale Léon Charles, «è stata segnalata da molti dei colombiani arrestati come un referente, ed è entrata ad Haiti a bordo di un aereo privato. Secondo le informazioni in nostro possesso è venuto con evidenti scopi politici». L'alto funzionario ha spiegato che Sanon, «prima di arrivare ad Haiti all'inizio di giugno, ha avuto contatti con una compagnia di origine venezuelana (CTU Security) basata in Florida e specializzata nel reclutamento di contractors». Lo accompagnavano, ha poi rivelato, «alcuni mercenari che inizialmente dovevano garantire la sua sicurezza e poi assisterlo in un tentativo di assumere la presidenza al posto di Moise». Una volta disarticolato il commando colombiano, Sanon «ha preso contatto con altre due persone che consideriamo gli autori intellettuali dell'assassinio del presidente Moise», ma la cui identità non può essere per il momento rivelata, ha concluso, per non inficiare le indagini. 

A sostegno dell'inchiesta, riferisce il portale di notizie HaitiLibre, è giunta a Port au Prince una delegazione statunitense formata da responsabili del Consiglio nazionale di sicurezza, del Dipartimento di Stato e del Dipartimento della Giustizia, e dell'Fbi. In uno degli incontri con i massimi responsabili politici haitiani che si contendono il potere, ci sarebbe stato un duro scontro verbale fra il primo ministro ad interim Claude Joseph e Ariel Henry, il nuovo premier che era stato designato dal presidente Moise ma che non ha avuto il tempo di insediarsi al potere. Il duello è stato riferito ai media da un terzo ambizioso leader politico, il presidente del Senato Joseph Lambert, che otto senatori in esercizio, d'accordo con i responsabili di alcuni partiti politici, hanno designato come presidente ad interim fino al 7 febbraio 2022.

La precarietà istituzionale è grande, e la delegazione statunitense ha come obiettivo esaminare le necessità del governo provvisorio per rafforzare la sicurezza, e garantire che le elezioni generali possano svolgersi, come previsto, il prossimo 26 settembre. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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