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Green Pass, scatta l'obbligo sul lavoro: tutte le regole

Dal pubblico al privato, tra tamponi a prezzo calmierato e possibili sanzioni: così il pass verde entra in ufficio e in azienda
Green pass e lavoro - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Green pass e lavoro - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Da venerdì il Green Pass sarà obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro, sia in ambito pubblico che privato. È in altre parole giunta la data tanto attesa e temuta, quella del 15 ottobre. Le criticità paiono circoscritte ad alcuni settori e non è escluso che come avvenuto ad esempio in occasione dell'avvio dell'anno scolastico che tanti timori aveva suscitato, la situazione si riveli alla prova concreta dell'entrata in vigore del provvedimento, meno impattante del previsto.

Vediamo in ogni caso punto per punto tutto quello che è bene sapere per non trovarsi in situazione critica.

Come si ottiene il Green Pass

Il certificato verde attesta di aver fatto almeno una dose di vaccino, di essere risultati negativi a un tampone molecolare effettuato nelle 72 ore antecedenti o rapido nelle 48 ore precedenti, oppure di essere guariti dal Covid nei sei mesi precedenti. Al riguardo, in particolare, il decreto chiarisce che chi guarisce dal Covid e fa una dose di vaccino avrà il Green pass subito dopo la somministrazione e non dovrà attendere 15 giorni come era previsto fino ad oggi. Viene anche disposto il rilascio del certificato verde anche a coloro che, positivi al virus, passati 14 giorni dalla prima dose o a seguito del completamento del ciclo vaccinale, siano successivamente guariti.Non esistono altre opzioni per ottenerlo. Alla richiesta da parte del datore di lavoro o di chi ne è preposto può essere esibito sia in formato cartaceo che in formato digitale. In particolare per la pubblica amministrazione, è attivata una modalità di verifica tramite rete informatica.

Tamponi a prezzo calmierato

Tamponi - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Tamponi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Fino al 31 dicembre, chi non può vaccinarsi potrà fare il tampone gratis - e per questo il decreto stanzia 105 milioni - mentre per tutti gli altri il costo sarà di 15 euro, che scende a 8 per i minori di 18 anni. Il tampone molecolare avrà una durata di 72 ore, gli altri di 48 ore. Le farmacie aderenti al protocollo sono tenute ad applicare i prezzi calmierati e per chi non si adegua sono previste sanzioni da mille a 10mila euro e la chiusura dell'attività per massimo 5 giorni. Il prezzo calmierato è assicurato anche da tutte le strutture sanitarie convenzionate, autorizzate o accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale e autorizzate dalle regioni.

Penalizzazioni e sanzioni

Chi non ha il pass deve essere allontanato e ogni giorno di mancato servizio è considerato assenza ingiustificata. Lo stipendio viene sospeso fin dal primo giorno di assenza ma in nessun caso si può essere licenziati. Nel periodo d'assenza, inoltre, non maturano né contributi né ferie. Chi è senza il pass sul posto di lavoro rischia una sanzione da 600 a 1.500 euro mentre il datore di lavoro che non controlla incorre in una sanzione da 400 a mille euro.

Pubblico impiego

Tutto il personale di enti dello Stato che rientrano nella grande macchina della Pubblica Amministrazione saranno tenuti fino al 31 dicembre 2021 a possedere ed esibire, su richiesta, la certificazione verde per accedere ai luoghi di lavoro. Il pass è obbligatorio anche per tutti i soggetti titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice. L’obbligo riguarda anche i dipendenti delle imprese dei servizi di pulizia, ristorazione, manutenzione e rifornimento dei distributori automatici, i consulenti, i collaboratori, i frequentatori di corsi di formazione, i corrieri, i visitatori, i volontari. Esclusi invece gli utenti. Chi non ha il pass deve essere allontanato subito e ogni giorno di mancato servizio è considerato assenza ingiustificata (con le giornate festive e non lavorative che rientrano nel conto). E se la mancanza del dipendente dovesse comportare «un'interruzione di un servizio essenziale»? L'amministrazione, dice il Dpcm, può stabilire una convenzione con altri enti oppure utilizzare la mobilità interna tra uffici o aree diverse.

Obbligo per i magistrati, non per gli avvocati

Il personale amministrativo e i magistrati per l'accesso agli uffici giudiziari devono esibire il certificato. L'obbligo non si estende ad avvocati, consulenti, periti e altri ausiliari del 
magistrato estranei all'amministrazione, testimoni e parti del processo.

Forze dell’ordine

La preoccupazione sollevata da più parti è per la tenuta del comparto sicurezza, in un momento in cui non mancano situazioni di tensione. L’obbligatorietà del Green Pass interessa infatti anche i componenti delle forze dell’ordine. Sul tema, il quadro appare articolato: ad esempio, nei reparti mobili della Polizia, cioè quelli impegnati nei servizi di ordine pubblico, la percentuale di non vaccinati supera in alcune città anche il 30% del totale: una percentuale, secondo dati dei sindacati, ben più alta rispetto a quella generale dei poliziotti che non si sono immunizzati e che sarebbe superiore al 20%. 

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Lavoro privato

L'obbligo del Green Pass è esteso a chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato, anche sulla base di contratti esterni. Come nel pubblico, le verifiche spettano ai datori di lavoro e per chi non è in possesso del certificato ci sarà l'assenza ingiustificata e di conseguenza il blocco dello stipendio, ma non la sospensione. Per le imprese con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro potrà sospendere il lavoratore e sostituirlo, per un periodo non superiore a 10 giorni rinnovabili per una sola volta, dunque per un massimo di 20 giorni. Anche nel privato, chi è senza il pass sul posto di lavoro rischia una sanzione da 600 a 1.500 euro mentre per i datori di lavoro la sanzione può andare da 400 a mille euro.

Smart working

Con il 15 ottobre cessa anche lo smart working nella Pubblica amministrazione. Per quanti, invece, nel privato, continueranno a usufruire della modalità di lavoro da remoto rispetto al luogo di lavoro non avranno bisogno di Green Pass, fatto salvo il chiarimento di Palazzo Chigi, secondo cui «lo smart working non può essere utilizzato allo scopo di eludere l'obbligo di green pass». Quanto ai controlli, il governo sottolinea che quelle aziende che effettueranno le verifiche a campione sui dipendenti non incorreranno nelle sanzioni nel caso in cui un controllo delle autorità dovesse riscontrare la presenza di lavoratori senza green pass, «a condizione che i controlli siano stati effettuati nel rispetto di adeguati modelli organizzativi come previsto dal decreto legge 127 del 2021».

Lavoratori autonomi

Il Governo ha ribadito che non c'è obbligo del pass per i clienti di un taxi mentre coloro che ricevono in casa un idraulico, un elettricista o un qualsiasi altro tecnico per una riparazione non dovranno controllare se ha il certificato in quanto «non sono datori di lavoro ma stanno acquistando dei servizi. Resta fermo che è loro facoltà chiedere l'esibizione del Green Pass». Il libero professionista dovrà però avere il pass. «Quando accede nei luoghi di lavoro pubblici o privati per lo svolgimento della propria attività lavorativa viene controllato dai soggetti previsti dal decreto-legge n. 127 del 2021. Il titolare dell'azienda che opera al suo interno viene controllato dal soggetto individuato per i controlli all'interno dell'azienda». I privati non dovranno però avere delle piattaforme di controllo analoghe a quelle della scuola o del pubblico impiego.

Colf e badanti

Una colf al lavoro
Una colf al lavoro

Diverso invece il discorso per colf e badanti. In questo caso infatti «il datore di lavoro è tenuto a verificare che la dipendente abbia il green pass». Il Secondo le stime che risalgono a qualche settimana fa, sono diverse decine di migliaia i lavoratori domestici che non hanno ancora ricevuto il vaccino e che dovranno comunque essere almeno muniti del risultato negativo del tampone. Anche in questo caso la verifica spetta al datore di lavoro. In questo settore sono impiegati diversi lavoratori stranieri, molti dell'est Europa immunizzati con Sputnik

Trasporto pubblico

L'autista di un autobus (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
L'autista di un autobus (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it

In questo settore la percentuale di non vaccinati va dal 10% al 20% (Brescia pare non fare eccezione). L'assenza di tanti autisti potrebbe creare serie difficoltà alla copertura del servizio e al traffico, in particolare nelle grandi città. Inoltre il servizio dei trasporti richiede uan organizzazione da effettuare in anticipo in virtù delle turnazioni. Per questo, ad esempio, l'azienda di trasporto pubblico a Roma, Atac, attiverà un monitoraggio delle assenze anomale dal 15 ottobre mentre i sindacati lanciano l'allarme di una ripercussione sul servizio della metro. Rischio disagi al trasporto pubblico in Alto Adige. A Torino l'azienda di trasporto pubblico ha previsto una fast line per tamponi più rapidi ai dipendenti, l'Atm a Milano si sta attrezzando e ipotizza di chiedere con largo anticipo il green pass ai dipendenti.

Logistica e autotrasporti

Tir, mezzi pesanti - © www.giornaledibrescia.it
Tir, mezzi pesanti - © www.giornaledibrescia.it

Il 90% delle merci in Italia viaggia su gomma e diversi autisti potrebbero essere sprovvisti di certificato verde. Inoltre molti di loro sono stranieri e magari immunizzati con vaccini non riconosciuti. Il rischio paventato dai sindacati del settore è che eventuali problemi determinati dalla mancanza del Green pass (e quindi l'assenza dei lavoratori) possa avere un notevole un impatto sulle imprese di trasporto e logistica e conseguenti ricadute sul commercio stesso. 

Cantieri o ditte in appalto

Scatta l'obbligo di Green Pass anche nei cantieri - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Scatta l'obbligo di Green Pass anche nei cantieri - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Chi è privo di pass non potendo quindi accedere ai cantieri potrebbe bloccare l'andamento di attività programmate nel campo edile. 

Porti

Le navi di bandiera italiana hanno equipaggi multinazionali, molti provenienti da Paesi che hanno vaccinato persone con sieri riconosciuti dall'Oms, ma non dall'Ema e quindi non in condizioni di generare il Green pass. Molti portuali sono stranieri e in molti casi, come al Porto di Trieste, un'alta percentuale, il 40%, non ha il Green Pass. 

I controlli

I controlli spettano a chi rappresenta il datore di lavoro dovranno essere svolti giornalmente e preferibilmente all’accesso in ufficio, a campione (in misura non inferiore al 20% e con un criterio di rotazione) o a tappeto, con o senza l'ausilio di sistemi automatici. Il governo renderà disponibile una piattaforma online per la verifica automatizzata ma sarà anche consentito l'utilizzo dell'applicazione VerificaC19 oppure della piattaforma prevista nell'altro Dpcm, sul modello di quanto già avviene per la scuola. Si tratta di una piattaforma che consente una «verifica quotidiana e automatizzata», rivelando solo il «possesso» del pass e che interagisce con un software del ministero della Salute che può essere integrato ai tornelli di accesso. La piattaforma dialoga inoltre in modalità asincrona con la piattaforma NoiPa, il portale Inps e i sistemi informativi di gestione del personale delle amministrazioni con almeno mille dipendenti.

Uomini del Nas durante un controllo - © www.giornaledibrescia.it
Uomini del Nas durante un controllo - © www.giornaledibrescia.it

Quanto ai «controlli ai controllori», spetterà alle forze dell'ordine effettuare accertamenti a campione, sulla falsariga di quanto già avvenuto dall’entrata in vigore della norma sull’obbligo del Green Pass negli esercizi che già ne prevedono l’impiego (ristoranti, bar, ecc.). In questo ambito, sono state ispezionate oltre 8mila attività e contestate 433 violazioni, delle quali 236 ai titolari di attività commerciali e servizi oggetto di obbligo di certificazione Covid, come ristoranti, bar, palestre, sale scommesse e mezzi di trasporto, ritenuti responsabili di omessa verifica del green pass. Emerge dalla campagna di controllo dei Carabinieri Nas sul rispetto dell’obbligo del green pass. Ulteriori 197 sanzioni sono state invece applicate nei confronti dei clienti per mancato possesso del certificato.

La privacy

Il Dpcm che modifica il decreto sull'obbligo del pass chiarisce anche altri due aspetti non secondari: per il datore di lavoro, pubblico e privato, c'è «l'esplicito divieto» di conservare i Qr code delle certificazioni né è possibile «in alcun caso» raccogliere i dati dei dipendenti «salvo quelli strettamente necessari» all'applicazione delle sanzioni. Inoltre, sarà possibile richiedere il pass in anticipo al dipendente in caso si devono programmare turni aziendali, ma questo anticipo dovrà essere «strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore».

La verifica anticipata

I datori di lavoro, sia pubblici sia privati, potranno chiedere in anticipo la verifica del pass in base alle esigenze organizzative, ad esempio per le attività su turni. È saltato dal testo finale del Dpcm con le linee guida sulle verifiche del Green pass sul lavoro la previsione del limite di 48 ore di anticipo entro cui chiedere la verifica del certificato.

Chi è esente

L'obbligo non si applica a chi per condizione medica non può vaccinarsi. Per il personale della Pa esente dalla campagna vaccinale il controllo sarà effettuato con un QR code che il governo sta predisponendo, nel frattempo non potrà essere soggetto ad alcun controllo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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