Green pass obbligatorio al lavoro: come funziona dal 15 ottobre
Dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre, termine dello stato d'emergenza Covid-19, il Green pass sarà obbligatorio per tutti i lavoratori, pubblici e privati, come stabilito dal decreto legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 settembre. Lo stesso obbligo vale per i lavoratori autonomi, tra cui anche colf e badanti, ai quali il governo ha dedicato delle apposite Faq.
La certificazione verde, lo ricordiamo, si ottiene con il vaccino, attraverso un tampone con risultato negativo o con la comprovata guarigione dalla malattia. La legge stabilisce che chi guarisce dal Covid e fa una dose di vaccino riceverà il Green pass subito dopo la somministrazione e non dovrà attendere 15 giorni come era previsto fino ad oggi.
Per orientarsi, ecco le principali linee guida da osservare sul posto di lavoro.
Le regole per i dipendenti pubblici
Tutto il personale delle amministrazioni pubbliche, a qualsiasi titolo, per entrare nei luoghi di lavoro dovrà possedere ed esibire, su richiesta, la certificazione verde. L'obbligo si estende anche a coloro che svolgono attività di formazione o di volontariato, anche sulla base di contratti esterni, nonché a tutti i soggetti titolari di cariche elettive o istituzionali di vertice. La verifica spetta ai datori di lavoro sulla base delle linee guida predisposte dal ministero della Pubblica Amministrazione e della Salute (vedi pdf allegato a questo articolo). I controlli dovranno essere svolti giornalmente, meglio se all'accesso in ufficio, a campione (in misura non inferiore al 20% e con un criterio di rotazione) o a tappeto, con o senza l'ausilio di sistemi automatici. Il governo renderà disponibile una piattaforma online per la verifica automatizzata, ma sarà anche consentito l'utilizzo dell'applicazione VerificaC19.Chi non avrà il Green pass sarà considerato assente ingiustificato dal lavoro: non scatterà la sospensione ma ci sarà il blocco dello stipendio, senza però conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto. Per chi viene trovato al lavoro senza il certificato è prevista una sanzione da 600 a 1.500 euro. Per i datori di lavoro che non controllano o che non predispongono le misure organizzative, la sanzione va da 400 a mille euro.
Le regole per i dipendenti di aziende private
L'obbligo del Green pass è esteso a chiunque svolga un'attività lavorativa nel settore privato, anche sulla base di contratti esterni. Come nel pubblico, le verifiche spettano ai datori di lavoro i quali dovranno definire le modalità organizzative entro il 15 ottobre: il controllo della certificazione potrà essere effettuato a campione, sebbene ciò sia sconsigliato da giuslavoristi e Confindustria, e prioritariamente, laddove possibile, all'ingresso in azienda.Anche in questo caso, chi non avrà il Green Pass sarà considerato assente ingiustificato e di conseguenza subirà il blocco dello stipendio, ma non la sospensione. Per le imprese con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata il datore di lavoro potrà sospendere il lavoratore e sostituirlo, per un periodo non superiore a 10 giorni rinnovabili per una sola volta, dunque per un massimo di 20 giorni. Anche nel privato, chi è senza la certificazione verde sul posto di lavoro rischia una sanzione da 600 a 1.500 euro, mentre per i datori di lavoro la sanzione può andare da 400 a mille euro.
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