Governo Meloni, fiducia al Senato: gli interventi di Gelmini e Paroli
Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incassato la fiducia alla Camera dei Deputati. Oggi invece è la volta del Senato, riunitosi a Palazzo Madama.
E i senatori bresciani Mariastella Gelmini di Azione e Adriano Paroli di Forza Italia sono intervenuti per commentare le dichiarazioni programmatiche enunciate ieri dalla premier a Montecitorio e consegnate poi al Senato per la discussione.
Qui di seguito gli interventi completi dei due parlamentari.
Mariastella Gelmini - Azione
Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, colleghi, abbiamo ascoltato con grande attenzione l'intervento della presidente Meloni, lungo e articolato, e la sua replica. Vogliamo sgombrare subito il campo, come Azione e Italia Viva, da una preoccupazione che ella ha espresso rispetto alla possibilità di trovarsi di fronte un'opposizione ideologica, dettata dal pregiudizio. Voglio dire da subito che non sarà questa l'opposizione del terzo polo: noi vogliamo essere e interpretare il ruolo di opposizione in modo costruttivo, saldo e fermo, ma la nostra sarà un'opposizione repubblicana.
C'è chi preferisce i litigi sui nomi, sugli articoli e sul genere degli articoli, ma non è il nostro caso. Noi preferiamo l'opposizione sui fatti e oggi è un fatto non solo che lei è donna, ma che soprattutto è la prima donna a ricoprire quel ruolo dopo che, per sessantasette volte, su quello scranno si sono avvicendati degli uomini. Sarebbe sciocco non riconoscerlo e a noi non solo fa piacere riconoscerlo, ma le facciamo i migliori auguri di buon lavoro e le congratulazioni per questo risultato che è indubbiamente storico.
Con la stessa franchezza però le diciamo che non faremo sconti. La nostra sarà un'opposizione nel merito, sui provvedimenti, sui contenuti, sulla tenuta dei conti, sulle riforme; e sarà anche un'opposizione diversa da quella che lei ha interpretato rispetto al Governo Draghi come leader di Fratelli d'Italia. Sarebbe anche abbastanza facile ricordare alcune sue affermazioni, ad esempio quando imputò a quel Governo di non avere abbastanza donne e soprattutto di avere un'età media troppo elevata. Le do una notizia: il suo Governo, ancorché abbia un elemento di pregio, una Presidente del Consiglio donna, ha meno donne del Governo Draghi e soprattutto l'età media è la più alta di tutti i Governi della Seconda Repubblica.
Tuttavia, poiché faccio mie le parole di Liliana Segre che ci ha invitato a metterci gli uni nei panni degli altri, sottolineo che quello che ci preoccupa di più non è quanto ha detto da leader dell'opposizione. L'intervento che lei ha fatto purtroppo non dirada la nebbia su alcuni nodi cruciali. Parto dalla questione più importante, ossia la collocazione internazionale. Bene il richiamo all'atlantismo e la nettezza nell'individuare nella Federazione Russa la responsabile di un attacco scellerato all'Ucraina. Sicuramente questa è la posizione di Azione e di Italia Viva, ma a noi piacerebbe che fosse la posizione di tutte le opposizioni, perché solo nel nostro Paese si rischia di cambiare la collocazione internazionale al cambiare di un Governo. Noi pensiamo che quello debba essere un elemento distintivo del Paese, indipendentemente dai Governi (Applausi). Ma non è così.
Ci auguriamo, però, viste le affermazioni dei suoi alleati, che lei, da Presidente del Consiglio, riesca a mantenere questa posizione all'interno della sua maggioranza e che, all'interno del Governo, sia netto il sì alle sanzioni economiche alla Russia. Ci auguriamo, inoltre, laddove, nella peggiore delle ipotesi, la guerra dovesse continuare anche dopo dicembre, che non si abbiano esitazioni ad inviare armi alla resistenza ucraina.
Questo, infatti, è un banco di prova al quale è chiamato il suo Governo e, come ha sottolineato il Presidente del Gruppo Azione-Italia Viva alla Camera, questo è un prerequisito del dialogo, come lo è anche l'europeismo. Su questo noi le diamo atto di un vistoso cambio di tono. Bene l'incontro con Macron: speriamo che dia frutti, ma non possiamo dimenticare il suo legame con Orban, le dichiarazioni rispetto a Vox e anche la vicinanza ai partiti estremisti nell'Unione europea.
È vero che non ci devono essere, dentro l'Unione europea, soci di serie A e di serie B, ma le ricordo che l'Italia è un Paese fondatore dell'Europa, ne è la seconda manifattura, ed ha degli interessi precisi per quanto riguarda le esportazioni. Allora, noi pensiamo sia molto più utile, per difendere l'interesse nazionale, dialogare e, se serve, discutere e confrontarsi, anche animatamente, con i Paesi fondatori, piuttosto che allinearsi all'asse di Visegrád. Credo sarebbe un errore madornale e ci auguriamo che lei questo errore non lo commetta.
Vengo alla tenuta dei conti. Lei ha assicurato che rispetterà le regole europee di finanza pubblica e che offrirà un contributo per cambiare quelle che non funzionano. La prendiamo in parola, ma lo dica anche ai suoi alleati, perché durante la campagna elettorale abbiamo sentito parlare ripetutamente di scostamenti di bilancio, ad ogni piè sospinto. A forza di scostamenti, il rischio è di scassare i conti dello Stato, indipendentemente dai trattati europei. Quindi oggi lei, all'interno del Governo, dovrà dimostrare nei fatti di avere a cuore la tenuta dei conti di questo Paese.
Il punto sul quale ha meno convinto è il tema dell'energia. L'energia è stato il tema più trattato durante la campagna elettorale. Noi, francamente, non abbiamo capito la novità. Non abbiamo capito quale sarà il provvedimento innovativo strutturale che distinguerà il Governo Meloni rispetto al Governo precedente: a partire dal fatto che lei ha scelto l'ex ministro Cingolani come persona che può continuare quel tipo di lavoro.
Ebbene, visto che lei ha fatto capire di voler prorogare gli aiuti che il Governo precedente aveva già stanziato, noi vorremmo capire in cosa consista la discontinuità. C'è stato un voto anticipato, la campagna elettorale sotto gli ombrelloni, il 25 di settembre si è votato e si è votato all'insegna della discontinuità. Ci lasci dire che, in questo momento, la discontinuità che noi intravediamo è più quella fra i toni, le dichiarazioni, gli impegni della campagna elettorale che quella che lei lascia intendere di voler fare. (Applausi). Non è una vera e propria discontinuità rispetto al Governo Draghi e questa per noi potrebbe essere persino una buona notizia.
Tornando ai fatti, perché i fatti sono importanti e non le opinioni, voglio ricordare che il Governo precedente ha garantito al Paese nel 2021 una crescita del 6,7 per cento del PIL; nel 2022, la crescita dovrebbe attestarsi intorno al 3,3 per cento. Questi sono i parametri e i termini di confronto con cui lei ha a che fare.
Vengo al tema del PNRR. Durante la campagna elettorale abbiamo sentito evocare più volte la riscrittura del PNRR, lo stravolgimento del PNRR. Nell'intervento di ieri alla Camera, lei ha parlato di aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa alla luce dei rincari. Era esattamente quello che il Governo precedente stava facendo. Quello che però è importante è che lei, da leader dell'opposizione, ha deciso di non votare il PNRR, forse perché l'ha inteso come parte dell'agenda Draghi.
Per noi quel Piano, che l'Europa mette a disposizione del nostro Paese, è l'agenda Italia, indipendentemente dai Governi; è un insieme di impegni sugli investimenti, sugli adempimenti da svolgere e sulle riforme. Ci auguriamo che il suo Governo sia molto preciso nel mantenere gli impegni e le scadenze e nell'affrontare il capitolo più difficile, che è quello delle riforme.
Vengo alla questione degli annunci della campagna elettorale. Cosa ne è della flat tax? Davvero la flat tax torna a essere la tassa piatta per le partite IVA fino a 100.000 euro di fatturato anziché fino a 65.000? È solo questa la flat tax o c'è altro? E la riforma dell'Irpef è l'evocazione del quoziente familiare o è una vera e propria riforma? Sulle pensioni prendiamo atto, con un po' di sollievo, che avete comprato tempo. Avete promesso di abolire il reddito di cittadinanza: davvero lo abolirete? Vogliamo capire poi cosa succederà sull'autonomia e sulla riforma di Roma Capitale: si riparte dal via con le intese dirette o si procede con la legge quadro? Anche questo è importante.
Noi non abbiamo paura delle parole e non abbiamo paura delle riforme. Andremo a vedere le carte. Quello che ci è parso è che il suo manifesto - concludo, Presidente - sia un manifesto programmatico per i cinque anni. Forse l'Italia non chiedeva un manifesto programmatico, ma delle risposte concrete. Prendiamo atto che queste risposte concrete ancora non ci sono; le valuteremo quando ci saranno, senza pregiudizio, senza spirito di rivalsa, ma con obiettività. Per il momento, molti auguri di buon lavoro a lei, Presidente, al suo Governo e a tutti noi.
Adriano Paroli - Forza Italia
Signor Presidente, colleghi, Presidente del Consiglio, innanzitutto un augurio di buon lavoro a lei, a tutti i Ministri e a tutto il suo Governo. Forza Italia ha nel suo DNA la lealtà, la dedizione, il lavoro. Ma Forza Italia ha anche una propria anima e dei valori fondanti; ed è con tutto ciò, con tutto questo che sarà al fianco del Presidente del Consiglio e a fianco del Governo, per dare quelle risposte che i cittadini attendono in verità da tempo.
Non sarà facile, lo sappiamo tutti; credo lo sappia lei, Presidente del Consiglio, lo sanno i suoi Ministri e lo sappiamo noi. Non sarà facile, anche perché la situazione italiana non è isolata e non è un problema solo nostro, ma è internazionale e coinvolge elementi con i quali non abbiamo dimestichezza nel passato recente. Credo anche - permettetemi questo passaggio, colleghi - che sarebbe un errore far diventare un ricordo il lavoro che quasi all'unanimità abbiamo fatto in questa Aula alla fine della scorsa legislatura.
Credo che sarebbe sbagliato; credo che si debba pensare innanzitutto al destino e al bene del nostro Paese. Sì, ci saranno temi divisivi, probabilmente anche non pochi, ma credo davvero che il bene del Paese possa stare a cuore a tutti e possa vedere tutti collaborare, in alcune situazioni in particolare, perché i provvedimenti siano davvero i migliori.
Ieri lei, Presidente, ha fatto un intervento di metodo e di idealità, che condividiamo e che io personalmente condivido molto. Esso da subito però deve diventare concretezza. Non possiamo aspettare: deve diventare concretezza nelle sfide che ci attendono, innanzitutto perché sono molte le cose da cambiare. La sfida della lotta alla povertà ormai ha coinvolto anche la classe media; si scrive lotta alla povertà, ma si legge promozione della dignità e tutela della persona, perché è un tutt'uno.
Nel nostro Paese credo che non possano avere spazio nessun comportamento e nessun atto amministrativo o legislativo che non vadano in questa direzione di tutela. Su questo, dobbiamo dirlo, il reddito di cittadinanza (credo condividiamo tutto) è servito? Sì, ma certamente non ha funzionato e non è lo strumento giusto, non solo per i costi e per gli investimenti che pretende di mettere in campo, ma per le conseguenze, per ciò che ha fruttificato, per il lavoro che non ha creato, per le risposte che non ha dato.
Oggi abbiamo un altro tema che coinvolge la povertà: mi riferisco all'edilizia economico popolare. Al momento abbiamo un deficit di alloggi di 200.000: tali sono le liste d'attesa nel nostro Paese, e molti degli alloggi esistenti sono obsoleti. A fronte di questo, alcuni Comuni chiedono l'IMU sugli alloggi popolari come fossero seconde case. Ebbene, credo che anche su questo un intervento strutturale sarà necessario.
Per quanto concerne la sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza, non so quale tipo di modifiche e adeguamenti sarà utile apportare; so che il PNRR chiede tempi celeri e certi, e temo che non siamo pronti. Non siamo pronti perché anche l'ultima riforma dei contratti pubblici del codice degli appalti è ancora troppo timida, insufficiente; non c'è sufficiente spazio perché i tempi possano essere anticipati. Lo dico anche al ministro Salvini che si occuperà del tema.
Noi investiamo e spendiamo in infrastrutture, quando siamo bravi (come Paese Italia) 4-5 miliardi l'anno; saremo quindi capaci, come chiesto nel PNRR, di moltiplicare per 4 o per 5 queste cifre? Siamo pronti? Ripeto: temo di no, abbiamo poco tempo, ma possiamo essere pronti anche in poco tempo, se lo si vuole. E allora non abbiamo tempo da perdere; certamente c'è da fare.
Prima è stato evocato il ponte sullo Stretto, un'opera - nonostante io sia lombardo - che mi è molto cara, per questioni di dignità del nostro Paese. Oggi, nel 2022, ancora arriviamo a Villa San Giovanni, smontiamo i treni, li mettiamo su una nave, arriviamo a Messina, li rimontiamo e li facciamo ripartire. Ciò avviene nel 2022 in Italia, quando a Osaka è stato costruito, sul progetto del nostro collega Renzo Piano, un aeroporto su un'isola artificiale, che più che un'isola è una nazione, somiglia molto alla Sicilia. Ebbene, è stato costruito un ponte più lungo di quello siciliano, con problematiche anche sismiche credo pari alle nostre, con due campate per il passaggio di treni, auto e pedoni, e noi non siamo ancora in grado oggi di dare questa risposta. Ecco - lo dico al ministro Salvini, a lei, Presidente del Consiglio, e a tutto il Governo - credo che per tutto il Sud far diventare la Sicilia attrattiva costituirà un elemento davvero fondamentale.
Ancora attenzione al nuovo Patto di stabilità perché ci coinvolgerebbe in modo molto negativo. Il nostro debito è quello che è e non si può modificare; dobbiamo intervenire aumentando il Prodotto interno lordo e investire sullo sviluppo. Per questo, bene la flat tax, bene gli interventi strutturali sull'energia e bene la pace fiscale, perché non è possibile che lo Stato, a fronte di un debito, esiga in pochi anni la somma raddoppiata o triplicata a titolo di interessi e sanzioni, condannando il debitore all'insolvenza. Nel privato si chiamerebbe usura.
In conclusione, abbiamo un enorme lavoro da fare e Forza Italia non farà mai mancare il proprio contributo; non farà passi indietro, nel solo interesse dell'Italia.
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