Gli Stati Uniti approvano il passaporto per il terzo genere
Proprio mentre in Italia il ddl Zan contro l’omotransfobia è affondava in Parlamento, gli Stati Uniti hanno fatto un ulteriore passo in avanti nell’inclusione di genere, con il varo dei passaporti con la «X» per indicare il terzo genere, persone «non binarie, intersessuali e di genere non conformi» come specificato dal diplomatico Usa Antony Blinken, che non si riconoscono nelle categorie maschio o femmina.
Il primo documento è stato emesso e dall’inizio del 2022 l’opzione sarà normalmente disponibile, sia sui passaporti che sui certificati di nascita degli americani all’estero. Sarà possibile scegliere senza dover presentare il certificato del medico, nel caso la scelta non dovesse coincidere con quanto indicato dal certificato di nascita o da altri documenti d’identità.
Nel resto del mondo già ci sono undici Paesi che hanno l’opzione «X» o «altre» per i passaporti stando a quanto riferisce l’organizzazione «Employers network for equality and inclusion». Tra questi il Canada, la Germania, l’Argentina, ma anche Paesi asiatici come l’India, il Nepal e il Pakistan, un'eredità del concetto storico sud-asiatico di «Hijra» per indicare le persone che si considerano come transgender o transessuali.
Per gli Stati Uniti è un ulteriore step, dopo che Joe Biden ha promesso di fare dei diritti della comunità Lgbtq+ (il 5,6% degli americani adulti, secondo un recente sondaggio Gallup) una delle priorità della sua amministrazione. Gli atti più concreti fino a ora sono stati la riapertura dell’esercito ai transgender, messi al bando da Donald Trump, e l’approvazione alla Camera dell'Equality act, che vieta discriminazioni contro gli appartenenti a questa comunità.
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