«Giardiello era in parte incapace di intendere e di volere»
Per i consulenti della difesa Claudio Giardiello, l’imprenditore che uccise 3 persone il 9 aprile nel palazzo di Giustizia di Milano, aveva una «grave riduzione della capacità di intendere e di volere» al momento del fatto. Lo sostengono nella loro relazione i consulenti della difesa nell’inchiesta affidata alla Procura di Brescia.
«Relativamente alla capacità di intendere e di volere - scrivono gli esperti incaricati dalla difesa, Carlo Boscardini, Stefano Broetto e Maria Barrera - è possibile affermare che, fino all’epoca immediatamente precedente i fatti, il periziando era in grado di intendere e di volere, sia nella gestione della propria quotidianità, sia nei rapporti interpersonali. La capacità di intendere e di volere - aggiungono - è progressivamente scemata nei giorni precedenti il fatto, raggiungendo il suo apice nel momento in cui, a seguito di un atteggiamento di eclatante rifiuto» di uno dei suoi avvocati di continuare ad assisterlo, «il periziando si è sentito per l’ennesima volta abbandonato e tradito».
Sulla scorta della consulenza, è probabile che il difensore di Giardiello, Andrea Dondè, chieda al Gup di Brescia il rito abbreviato subordinato a una perizia psichiatrica.
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