Italia e Estero

Genova, tre anni fa alle 11.36 crollava in ponte Morandi

Oggi la commemorazione delle 43 vittime del collasso. Poco più di un anno fa inaugurato il nuovo viadotto. 59 i rinviati a giudizio
Vigili del fuoco al lavoro tra le macerie del Ponte Morandi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Vigili del fuoco al lavoro tra le macerie del Ponte Morandi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La pioggia incessante, il temporale, all'improvviso un boato sordo e una nuvola di fumo che si alza da terra. Quando si dissolve sono solo macerie, lamiere, urla disperate, distruzione e morte. Tre anni fa, alle 11.36 della vigilia di Ferragosto, il viadotto Polcevera dell'autostrada A10, noto a tutti come ponte Morandi dal nome dell'ingegnere che lo progettò, crolla sotto il peso dell'incuria.

Il collasso

Durante una tempesta che imperversa sulla città la pila numero 9, che sovrasta via Perlasca sulla sponda sinistra del torrente, collassa insieme agli stralli e si porta dietro circa 200 metri di impalcato che precipitano da 45 metri d'altezza nell'alveo, sulla strada e sulle strutture sottostanti. Il bilancio finale è di 43 vittime, la maggior parte persone che transitavano sul tratto interessato, e 11 feriti. Per il pericolo di ulteriori cedimenti vengono sfollate nel giro di poche ore 566 persone dai palazzi sotto la pila 10: non rientreranno mai più nelle loro case, se non per recuperare i propri beni.

Il crollo del ponte Morandi - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il crollo del ponte Morandi - Foto © www.giornaledibrescia.it
Per Genova è l'inizio di un'altra catastrofe, urbanistica, trasportistica ed economica. Il ponte Morandi rappresenta il tratto iniziale dell'autostrada A10, la connessione tra il cuore pulsante della città e il Ponente, percorso ogni giorno da 73mila mezzi leggeri e pesanti. La Valpolcevera, in passato una delle zone più industrializzate del capoluogo ligure, è di fatto tagliata in due. Intorno ai monconi del viadotto viene istituita una zona rossa che rimarrà invalicabile per diverse settimane.

Lo stato di emergenza

Il 15 agosto il Governo dichiara subito lo stato d'emergenza che successivamente verrà prorogato per altri tre anni. Dopo un lungo dibattito sul destino del ponte, finito di costruire nel 1967 e simbolo architettonico del boom economico, si decide di demolirlo e ricostruirlo integralmente. Per accelerare le procedure il governo Conte vara il decreto Genova che introduce numerose semplificazioni amministrative e mette tutto nelle mani di un super-commissario dotato di poteri straordinari: il sindaco Marco Bucci.

È il fondamento di ciò che in seguito verrà chiamato «modello Genova» ed è la base giuridica di tutti gli indennizzi riconosciuti per l'emergenza. Due consorzi si aggiudicano la partita, da cui viene esclusa la società Autostrade: quello dei demolitori (Fagioli, Omini, Ipe Progetti, Ireos) e quello dei costruttori (WeBuild, Fincantieri, Italferr) che prenderà il nome «Per Genova».

L'esplosione che chiude un'epoca

Il momento dell'implosione controllata
Il 28 giugno 2019, con un'esplosione controllata ad alto impatto scenografico, vengono abbattute le pile 10 e 11 rimaste in piedi dopo lo smontaggio meccanico del resto della struttura. È la chiusura di un'epoca. Nel frattempo emerge chiaramente che il ponte Morandi era un malato terminale e che molti lo sapevano.

La maxi inchiesta

È quanto risulta dalla maxi inchiesta coordinata dal procuratore capo di Genova Francesco Cozzi e chiusa dopo quasi due anni con 69 indagati oltre alle due società Autostrade per l'Italia e Spea Engineering, responsabile delle manutenzioni. Due gli incidenti probatori, oltre 200 testimoni ascoltati, migliaia di intercettazioni, 60 terabyte di materiale sequestrato.

Secondo i periti del Gip il crollo è avvenuto a causa della corrosione di uno strallo che sorreggeva la pila 9: il 99% dei trefoli d'acciaio all'interno erano danneggiati. Tra i 59 rinviati a giudizio c'è l'ex amministratore delegato di Aspi, Giovanni Castellucci.

Il 15 ottobre inizierà il processo con l'udienza preliminare davanti alla gup Paola Faggioni. Le accuse a vario titolo sono di crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, falso, omissione d'atti d'ufficio e rimozione dolosa di dispositivi per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Il nuovo viadotto progettato da Renzo Piano

  • La posa della prima parte del nuovo Ponte di Genova
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    La posa della prima parte del nuovo Ponte di Genova
Al posto del ponte Morandi oggi c'è un nuovo viadotto, intitolato «Genova San Giorgio» e inaugurato poco più di un anno fa, il 3 agosto 2020, costruito in soli dieci mesi e pagato 450 milioni da Autostrade. Progettato da Renzo Piano e realizzato da oltre mille lavoratori, resistito anche alle difficoltà della pandemia, è un gioiello di efficienza, sicurezza e tecnologia.

Genova, tre anni dopo 

Il nuovo ponte di Genova verrà inaugurato dal presidente Mattarella
Il nuovo ponte di Genova verrà inaugurato dal presidente Mattarella
Ma Genova, a tre anni dalla tragedia, deve fare i conti coi disagi provocati dagli infiniti cantieri aperti sulle autostrade per la messa in sicurezza di gallerie e viadotti. Una situazione drammatica, figlia di anni di mancate manutenzioni e omessi controlli, messi in luce proprio dalle inchieste parallele scaturite da quella sul crollo. Anche per questo Genova e non dimentica e oggi, alle 11.36, ancora una volta si fermerà per ricordare e piangere 43 vite spezzate.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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