«Garante per le vittime di reato, la Lombardia segni la strada»
«Un "angelo custode" per tutte le vittime lombarde di reato, che a nome e per conto di Regione Lombardia diventi per i cittadini un punto di riferimento, fornendo a loro o ai famigliari assistenza e informazioni per avere giustizia e per non farsi scoraggiare dai tempi lunghi della burocrazia».
Così Viviana Beccalossi, consigliere del Gruppo Misto, vede la figura del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, per la cui istituzione ha presentato oggi Milano i contenuti di un apposito Progetto di Legge, sottoscritto da altri 12 consiglieri della maggioranza al Pirellone. All’incontro, a cui è intervenuto il presidente Attilio Fontana, erano presenti anche l’avv. Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, il prof. Andreas Aceranti, psichiatra forense, docente presso l’Università degli Studi di Lugano e Andrea Masini, figlio di una delle vittime di Adam Kabobo.
«Questo progetto - prosegue Viviana Beccalossi - parte da un presupposto semplice: paradossalmente e sempre più spesso, i colpevoli di reato godono di diritti e benefici a loro tutela, mentre le vittime vengono lasciate sole ad affrontare la loro battaglia per chiedere giustizia, fino ad arrivare ai casi più gravi nei quali chi si difende si trova messo sotto accusa, con un inaccettabile scambio di ruolo tra la vittima e il carnefice».
Il progetto di legge prevede, tra l’altro, che il Garante possa offrire assistenza gratuita per fornire informazioni sui tempi e i modi per presentare denuncia e querela, per ricevere assistenza psicologica, sociosanitaria e legale.
«Va ricordato - continua Viviana Beccalossi - che Milano vanta il triste primato nazionale con il maggior numero di illeciti l’anno ogni 100mila abitanti (7.375 nel 2016), ma che si tratta solo dei reati denunciati, poiché il 95% dei furti rimane impunito. Un fattore che scoraggia i cittadini a denunciare, spinti dalla sistematica impunità dei criminali. Inoltre, se parliamo del terribile reato di femminicidio, basti pensare che sono già 25 le donne uccise in Italia dall’inizio dell’anno, il 90% delle quali era legata da rapporti con il loro assassino e che sono già 2.500 gli stupri denunciati, il 37% commessi da stranieri».
«Mi auguro – conclude Viviana Beccalossi – che con una rapida approvazione di questa legge, la prima in Italia, la Lombardia sappia ancora una volta indicare la strada, dando un segno di concreta vicinanza ai suoi cittadini, in attesa che anche il Parlamento riesca a estendere i diritti e le tutele a coloro che si trovano in queste situazioni terribili. E' inaccettabile vivere in un Paese in cui troppo spesso il ruolo della vittima e quello del colpevole vengono confusi».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato