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Fuga dal Washington Post, non solo lettori, anche grandi firme

epa03814155 A general view of the exterior of The Washington Post building in Washington, DC, USA, 05 August 2013. Media reports on 05 August 2013 that The Washington Post Company has agreed to sell its flagship newspaper to founder and president of internet company Amazon, Jeff Bezos for 250 million US dollars (188.5 million euros) ending the Graham family's long-time ownership of the paper. EPA/JIM LO SCALZO
epa03814155 A general view of the exterior of The Washington Post building in Washington, DC, USA, 05 August 2013. Media reports on 05 August 2013 that The Washington Post Company has agreed to sell its flagship newspaper to founder and president of internet company Amazon, Jeff Bezos for 250 million US dollars (188.5 million euros) ending the Graham family's long-time ownership of the paper. EPA/JIM LO SCALZO
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NEW YORK, 07 GEN - Mentre New York Times e Wall Street Journal continuano ad allargare la loro presenza digitale, il Washington Post perde colpi sia sul fronte degli abbonati che di quello delle grandi firme. Dopo l'addio della vignettista Premio Pulitzer Ann Telnaes dopo che la scorsa settimana il quotidiano aveva censurato un disegno satirico in cui era coinvolto, assieme ad altri tycoon, il proprietario Jeff Bezos inginocchiato sotto una statua di Donald Trump, hanno dato l'addio alla testata del Watergate la capo dell'ufficio di Washington Ann Caldwell, passata ieri alla rivista Puck, mentre il Wall Street Journal ha confermato l'assunzione di Josh Dawsey che per otto anni, dal 2017, aveva coperto sia l'amministrazione Trump che il ritorno del tycoon alla politica dopo la batosta elettorale del 2020. La scorsa settimana se ne erano andati, oltre a Telnaes, altri reporter politici di punta come Ashley Parker e Michael Scherer, transitati a The Atlantic. Uno dei giovani emergenti, Tyler Pager, era stato strappato dal New York Times, seguendo la managing editor Matea Gold che in dicembre aveva annunciato l'ingresso nella redazione della Old Gray Lady come vice capo dell'ufficio nella capitale. Altri giornalisti della pagina degli editoriali avevano lasciato il Post dopo che all'ultimo momento, per ordine di Bezos, il quotidiano aveva cancellato la pubblicazione dell'endorsement pronto per la stampa alla vicepresidente Kamala Harris, decisione che aveva comportato a sua volta la revoca da parte dei lettori di quasi 300 mila abbonamenti digitali. L'uscita delle grandi firme è stata accompagnata dall'annuncio di oggi del licenziamento del 4% dei dipendenti: si tratta di un centinaio di persone del settore commerciale, non della redazione giornalistica. Il Washington Post è nella bufera da quando, un anno fa, Bezos ha nominato editore il britannico Will Lewis: subito dopo aveva lasciato la direttrice Sally Buzbee, mentre il successore designato da Lewis, Rob Winnett, si era tirato fuori quando era emerso il suo ruolo nello scandalo delle intercettazioni da parte di media in Gran Bretagna.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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