Francesca e le altre: sei donne uccise in una settimana
«Cinque donne uccise in una settimana sono un dato inaccettabile, che inchioda ciascuno di noi alle proprie responsabilità. Non si può morire perché si è donne».
È quanto afferma in una dichiarazione la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare sul femminicidio alla luce degli episodi che a meno di una settimana dalla tragica morte di Francesca Fantoni, la 38enne violentata e uccisa a Bedizzole, della quale saranno celebrati oggi i funerali, si sono consumati in una impressionante sequenza di morte.
In Alto Adige un pakistano di 38 anni ha ucciso la moglie all'ottavo mese di gravidanza. In Sicilia, a Mussumeli, nel Nisseno, un 27enne ha sparato a una donna con la quale aveva avuto una breve relazione e a sua figlia, poi si è suicidato; a Mazara del Vallo, nel Trapanese, un uomo ha massacrato di botte per tre giorni la moglie fino a ucciderla. In Sardegna, ad Alghero, un uomo di 53 anni è in stato di fermo dopo che il corpo della compagna, scomparsa a dicembre, è stato ritrovato dai carabinieri. A Genova, infine, un uomo ha ucciso l'ex moglie poi ha tentato il suicidio.
«La violenza sulle donne non è un'emergenza ma richiede risposte urgenti subito - sottolinea Valente - Qui ed ora. Non esistono però scorciatoie efficaci. Non bastano leggi più severe e un impianto esclusivamente repressivo per affrontare questa realtà. È necessario, prima di ogni cosa, rafforzare l'efficacia delle misure di protezione per mettere in sicurezza tutte le
donne vittime di questo fenomeno. Tenere gli uomini violenti lontani dalle donne. Con misure e strumenti efficaci, significa innanzitutto credere alle donne quando denunciano e accoglierle in maniera adeguata quando lo fanno. Per questo bisogna investire con più coraggio e convinzione sulla formazione e la specializzazione degli operatori e al contempo investire sull'educazione già dai primi anni di scuola per abbattere stereotipi e pregiudizi ancora radicati e pericolosi».
«Bisogna mettere in campo provvedimenti utili a garantire alle donne, a tutte le donne, percorsi di autonomia e libertà economica, lavorativa e sociale - aggiunge - che restano il migliore e più efficace strumento per sottrarre le donne a dinamiche di violenza. Investire sui talenti, sulle professionalità e sulle competenze femminili significa combattere la violenza ma anche puntare sulle risorse migliori di cui dispone l'italia attualmente in gran parte sprecate».
Lo stesso Procuratore generale presso la Cassazione, Giovanni Salvi, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario ha sottolineato proprio il preoccupante trend che riguarda i delitti che hanno per vittime le donne: Nel «contesto positivo» del calo degli omicidi con uomini come vittime - 297 nel 2019, dato inferiore alla media Ue - «è ancora più drammatico il fatto che permangono pressochè stabili, pur in diminuzione, i cosiddetti femminicidi. Le donne uccise sono state 131 nel 2017, 135 nel 2018 e 103 nel 2019. Aumenta di conseguenza il dato percentuale, rispetto agli omicidi di uomini, in maniera davvero impressionante».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato