Fracassi e Favero, eroi dell'Easy Covid-19, premiati al Quirinale
«Voi qui rappresentate tutti gli italiani». È la premessa con cui Sergio Mattarella apre la cerimonia di premiazione al Quirinale per la consegna di 56 onorificenze al merito agli «eroi» che si sono distinti nella lotta al coronavirus. I nomi dei premiati erano stati già resi noti lo scorso 3 giugno ma il Capo dello Stato ha voluto omaggiare personalmente chi nei mesi della pandemia con il proprio lavoro o decidendo di fare volontario, ha dato il proprio contributo nella battaglia contro il Covid.
Tra loro anche Cristian Fracassi, il giovane ingegnere che stampando una valvola in 3D e mettendo a disposizione il progetto a titolo gratuito ha trasformato una semplice maschera da sub di Decathlon in un respiratore per i malati di Covid (le Easy Covid 19), e il dottor Renato Favero, medico in congedo dell'ospedale di Gardone Vt che aveva avuto l'intuizione alla base del medesimo progetto.
E proprio medici erano molti dei premiati da Mattarella al Quirinale: dal team dello Spallanzani a quello del Sacco a chi volontariamente ha deciso di andare a sostituire in piena zona rossa, a Vò Euganeo, i colleghi messi in quarantena. Ma tra i nuovi Cavalieri della Repubblica ci sono anche volontari della Croce Rossa, insegnanti, un alpino, un'addetta alle pulizie, un giocatore della nazionale di Rugby. Nella lista c'è poi Don Fabio Stevenazzi, della comunità pastorale di San Cristoforo di Gallarate (Va), che nei mesi più duri della pandemia decise di tornare a fare il medico nell'ospedale di Busto Arsizio.
Le prime a ricevere la pergamena dalle mani del Capo dello Stato però sono state Annalisa Malara e Laura Ricevuti, anestesista di Lodi e medico di reparto di medicina di Codogno. A loro va il merito di aver curato Mattia il paziente uno italiano quando il 20 febbraio decisero di sottoporlo ad un tampone dopo aver saputo che era stato a cena con una persona rientrata dalla Cina. Di Codogno anche Giuseppe Maestri, il farmacista che durante il lockdown percorse 100 km al giorno per andare a lavorare nella zona rossa. «In quel momento Vò sembrava una zona di guerra», era l'immagine con cui Mariateresa Gallea, Paolo Simonato e Luca Sostini, i tre medici di famiglia di Padova che andarono in piena zona rossa per sostituire i sanitari in quarantena, ricordavano la città.
Premiato poi il team dell'Istituto Malattie Infettive Spallanzani, che ha contribuito ad isolare il virus, composto da 9 membri di cui 6 donne. Tra loro anche Francesca Colavita all'epoca precaria e poi assunta subito dopo. Stesse onorificenza anche al team di ricerca dell'ospedale Sacco e dell'università degli studi di Milano considerati poli di eccellenza nell'ambito del sistema sanitario nazionale e di ricerca.
Tra i neo-cavalieri anche Mata Maxime Esuite Mbandà, terza linea della nazionale di rugby, madre italiana e padre congolese che nei mesi della pandemia, con lo sport fermo, faceva il volontario sulle ambulanze dell'associazione Seirs Croce Gialla di Parma. Il primato del più giovane premiato va invece a Giacomo Pigni, 24enne neo laureato in giurisprudenza che insieme ad una ventina di studenti coordinò la consegna la consegna della spesa alle persone sole nel suo comune, Legnano.
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