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Fondi della Lega, la Finanza nella sede della Regione Lombardia

Al centro dell'inchiesta l'acquisto di un capannone da parte della Lombardia Film Commission
La sede della Regione Lombardia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
La sede della Regione Lombardia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano stanno acquisendo documenti negli uffici della Regione Lombardia nell'inchiesta con al centro la presunta compravendita a prezzo gonfiato, tra il 2017 e il 2018, di un immobile per la Lombardia Film Commission. L'indagine nei giorni scorsi ha portato al fermo del «prestanome» Luca Sostegni e vede indagati tre commercialisti vicini alla Lega. La Gdf sta acquisendo documenti relativi agli stanziamenti regionali a favore della Lfc. 

I finanzieri, da quanto si è saputo, sono andati negli uffici regionali per acquisire carte relative agli stanziamenti e ai flussi finanziari a favore della Lombardia Film Commission e, in particolare, al finanziamento da un milione di euro di cui una parte, 800mila euro, servì alla fondazione partecipata dalla Regione per comprare il capannone a Cormano (Milano). Capannone che poco prima era stato venduto all'Immobiliare Andromeda per metà del prezzo, 400mila euro

Tra le carte utili per le indagini e che dovrebbero essere acquisite anche quelle relative alla nomina da parte della Regione, allora guidata da Roberto Maroni, alla presidenza della Lfc di Michele Di Rubba, ex revisore contabile del Carroccio, e che, stando alle indagini dell'aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi, avrebbe architettato l'operazione immobiliare, assieme ai commercialisti Michele Scillieri e Andrea Manzoni, anche quest'ultimo ex revisore della Lega. 

Un'operazione che, secondo gli atti dell'inchiesta, ebbe «natura sostanzialmente appropriativa», con Di Rubba e i «suoi sodali» che si impossessarono «del capitale giacente sul conto della fondazione, vincolato alla destinazione pubblicistica». Da qui nell'indagine l'accusa di peculato, oltre a quella di turbativa per un avviso pubblico creato «ad hoc» per quell'immobile. Peculato contestato anche a Sostegni, fermato mercoledì scorso anche per estorsione perché chiese e ottenne soldi dai commercialisti in cambio del suo silenzio su questa ed altre operazioni su cui stanno indagando i pm. Sostegni ha già iniziato sabato scorso a San Vittore a fare ammissioni e a collaborare con gli inquirenti e sarà nuovamente interrogato in settimana.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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