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Filmava bimbe in bagno, educatore goriziano patteggia due anni

Frame di un video, diffuso il 24 maggio 2023 dalla Polizia di Stato, relativo all'arresto, nell'ambito di una indagine del gruppo violenze della Procura di Roma, di un 50enne ricercato da oltre 10 anni per essere uno di più attivi produttori di materiale pedopornografico che commercializzava sul darkweb. ANSA/ UFFICIO STAMPA POLIZIA DI STATO +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++
Frame di un video, diffuso il 24 maggio 2023 dalla Polizia di Stato, relativo all'arresto, nell'ambito di una indagine del gruppo violenze della Procura di Roma, di un 50enne ricercato da oltre 10 anni per essere uno di più attivi produttori di materiale pedopornografico che commercializzava sul darkweb. ANSA/ UFFICIO STAMPA POLIZIA DI STATO +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++
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TRIESTE, 24 LUG - E' stato condannato a due anni di reclusione senza concessione della condizionale, pena patteggiata davanti al Gip Luigi Dainotti, l'operatore di una associazione culturale, di 40 anni, della provincia di Gorizia, accusato di aver filmato segretamente cinque bambine tra i 7 e i 9 anni d'età quando andavano in bagno, durante le attività estive proposte dall'associazione a Farra d'Isonzo (Gorizia) e (una soltanto) in provincia di Udine. L'uomo, che era agli arresti domiciliari dallo scorso mese di novembre dopo una inchiesta coordinata dalla pm Lucia Baldovin e condotta dai Carabinieri della compagnia di Gradisca e dalla Guardia di finanza di Gorizia, è accusato di produzione di materiale pedopornografico. L'educatore, che vive in un paese dell' Isontino, è stato condannato anche a due anni di interdizione dai pubblici uffici, all' interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, e da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate abitualmente da minori e infine a una pena pecuniaria di 9mila euro. Non è chiara la destinazione del materiale registrato. Anche per questo, i genitori delle bambine sono "indignati e devastati", temendo che "circolino i video". I relativi avvocati valuteranno se procedere civilmente. Le investigazioni sono state avviate dopo una segnalazione, nel 2023, di una delle bambine, accortasi della presenza di un telefono celullare che stava registrando nel bagno della struttura scolastica nella quale si svolgevano le attività del centro estivo.

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