Figliuolo: «Entro metà di luglio vaccinato il 60% degli italiani»
Entro «la metà di luglio il 60%» degli italiani «dovrebbe aver avuto la prima e la seconda dose» di vaccino. Lo ha detto durante la registrazione di Porta a Porta il commissario per l'emergenza Francesco Figliuolo sottolineando che in base ai piani l'immunità di gregge all'80% è «auspicata per la fine di settembre». «Credo che in questo modo - ha aggiunto - si passerà un'estate abbastanza tranquilla, fermo restando che servirà ancora utilizzare la mascherina, rispettare il distanziamento e l'igiene».
E sul fronte dell'obiettivo delle 500mila dosi giornaliere, Figliuolo ha detto che l'Italia dovrebbe aver raggiunto la soglia. «I dati mi danno una proiezione di una forbice (tra le 480-520mila) che dovrebbe essere attorno al target» ha detto sottolineando che ci sono «le potenzialità per arrivare anche a 600-700mila». Figliuolo ha poi rinnovato la richiesta di seguire il piano «in maniera strutturata e ordinata: questo ci può portare ad uscire e a far sì che tutti i cittadini si sentano figli dello stesso padre, che poi è l'Italia e la nostra costituzione».
Nei frigoriferi in Italia ci sono ora circa 5,5 milioni di dosi di vaccini, un arsenale pacifico pronto per la vera campagna di immunizzazione di massa. Con i 2 milioni di 'shot' di AstraZeneca e il mezzo milione tra Moderna e Johnson&Johnson arrivati oggi e in distribuzione alle Regioni l'obiettivo inseguito ad aprile delle 500 mila somministrazioni al giorno diventa solo una questione logistica.
Tanto più considerando che a maggio sono attesi 15 milioni di vaccini - forse 17 secondo il commissario Francesco Figliuolo (a fronte dei 9 di aprile) - e a giugno addirittura 31 milioni, più di un milione al giorno in media. Insomma la campagna potrebbe raggiungere finalmente i livelli di quelle in Gran Bretagna (518 mila dosi giornaliere nell'ultima settimana) o negli Stati Uniti.
Ieri in Italia le somministrazioni, nonostante la risalita, sono ancora rimaste sotto quota 400 mila (dato in assestamento), per una media ad aprile di 305 mila al giorno; niente di strano, erano quelle che le forniture permettevano. In totale sono state finora inoculate oltre 19 milioni di dosi. Sono stati superati i 13 milioni e mezzo di vaccinati con almeno una dose (22,6% della popolazione), tra cui il 67,9% degli over 70. Oltre 5,6 milioni di italiani hanno ricevuto anche il richiamo (e alcune decine di migliaia il monodose J&J), tra cui il 60% degli over 80. Richiami che ora non dovrebbero più essere a rischio, visto anche l'arrivo massiccio di dosi di AstraZeneca.Tra gli over 60 (che contano il 95% dei decessi) poco meno di 10 milioni ancora aspettano la prima dose, ma il cambio di marcia è ora consentito dalle scorte. Il commissariato all'emergenza sottolinea che già dal 5 marzo ad oggi, dall'arrivo del generale Figliuolo alla guida, le vaccinazioni sono aumentate del 275%.
La Germania - che ha 80 milioni di abitanti contro i 60 dell'Italia - ieri ha stabilito il record di 1,1 milioni di vaccinati in un giorno, ma avendo le stesse quantità di vaccini in rapporto alla popolazione dell'Italia non potrà tenere questo ritmo. La campagna di immunizzazione è strettamente collegata alle prossime riaperture, per le quali si terrà conto tra l'altro della percentuale di popolazione vaccinata. Ma i governatori tornano a criticare il sistema dei colori.
«Penso possa essere stato utile nell'autunno dello scorso anno - dice il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga-. Penso altrettanto che le misure in mezzo a una pandemia siano da modulare rispetto alla situazione contingente. Si possano trovare strategie diverse per essere più efficaci».
È una vecchia battaglia del presidente della Campania Vincenzo De Luca. Torna il discussione il parametro Rt, uno di quelli che sarà considerato di nuovo domani dalla cabina di regia per i nuovi colori dei territori a partire da lunedì.
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