Italia e Estero

Fiaso, usiamo solo l'1% delle potenzialità della telemedicina

Il Kit che viene consegnato, la dottoressa collegata al computer e al telefono con la paziente, Telemedicina app serve per controllare da casa i pazienti che non hanno più il coronavirus ma devono fare la quarantena , durante il coronavirus, Brescia 21 aprile 2020. Ansa Filippo Venezia
Il Kit che viene consegnato, la dottoressa collegata al computer e al telefono con la paziente, Telemedicina app serve per controllare da casa i pazienti che non hanno più il coronavirus ma devono fare la quarantena , durante il coronavirus, Brescia 21 aprile 2020. Ansa Filippo Venezia
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ROMA, 23 MAG - La telemedicina comincia a diffondersi negli ospedali italiani. Tuttavia, nell'86% delle aziende sanitarie che dispongono del servizio di televisita, questa modalità viene usata solo nell'1-5% delle prestazioni erogabili. È il dato sottolineato dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) durante l'evento "Sanità Digitale: trasformare il presente per un futuro sostenibile", in corso a Milano. "Stiamo utilizzando solo l'1% delle potenzialità attuali dei sistemi di telemedicina. Attraverso la tecnologia oggi potremmo migliorare l'efficienza, l'accessibilità e la qualità delle cure ma non riusciamo a superare barriere culturali o organizzative che impediscono una più ampia adozione dei servizi in favore dei pazienti", dice il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore. La ricerca, condotta dall'Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, mostra che lentamente la sanità digitale si sta facendo strada nel servizio sanitario. Il 40% delle strutture sanitarie pubbliche ha attivato stabilmente servizi di televisita, mentre un altro 40% ha in corso sperimentazioni o le attiverà entro fine anno. Il teleconsulto, cioè il confronto a distanza tra gli operatori sanitari sui casi clinici, è utilizzato nel 52% delle aziende; i servizi di telemonitoraggio sono presenti nel 40%. C'è poi quasi un terzo delle strutture che ha attivato o sta sperimentando servizi di teleconsulto tra medici di medicina generale e ospedale. "Dobbiamo fare tutti di più per colmare il divario tra i servizi disponibili e il loro effettivo utilizzo", conclude Migliore.

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