Italia e Estero

Ferma al 16% la presenza femminile nelle aziende Ict in Italia

epa08933118 A woman with a headset sits in front of her computer in the study at home in Moenchengladbach, Germany, 12 January 2021. In view of the fact that the number of corona infections is not declining, politicians are calling for greater use to be made of working from home again. However, around 60 percent of employees in Germany are unable to work from home - often because their work involves a service to others, according to the German Institute for Economic Research (DIW). Other tasks, in turn, are linked to the respective jobs. Companies are already struggling to survive this pandemic. Throughout Germany, the number of cases of the COVID-19 disease caused by the SARS-CoV-2 coronavirus is still high. EPA/SASCHA STEINBACH
epa08933118 A woman with a headset sits in front of her computer in the study at home in Moenchengladbach, Germany, 12 January 2021. In view of the fact that the number of corona infections is not declining, politicians are calling for greater use to be made of working from home again. However, around 60 percent of employees in Germany are unable to work from home - often because their work involves a service to others, according to the German Institute for Economic Research (DIW). Other tasks, in turn, are linked to the respective jobs. Companies are already struggling to survive this pandemic. Throughout Germany, the number of cases of the COVID-19 disease caused by the SARS-CoV-2 coronavirus is still high. EPA/SASCHA STEINBACH
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GENOVA, 13 MAG - È ferma al 16% da dieci anni la presenza femminile nelle aziende del settore Ict in Italia, al di sotto della media europea del 17-18%, in un'epoca di piena transizione digitale e in un settore sempre di più considerato attrattivo anche dal punto di vista delle retribuzioni le donne non riescono a sfondare la 'porta' nelle aziende informatiche. È l'allarme lanciato dalla società di analisi Bureau Veritas Italia e dal comitato per le parti opportunità dell'Università di Genova durante un convegno sugli ostacoli, i pregiudizi o persino le forme di autoesclusione che condizionano i percorsi di studio e lavoro delle donne, consentendo agli uomini di occupare i quattro quinti delle posizioni professionali Ict. Secondo la ricerca le immatricolazioni all'Università sono una cartina di tornasole: "benché nelle iscrizioni all'anno accademico 2023/2024 le ragazze rappresentino la maggioranza (oltre il 56%), nelle immatricolazioni in 'Informatica e Tecnologie Ict' la presenza femminile crolla al 16,71%. In linea con i dati elaborati da Openpolis, dai quali si evince che - considerando tutti i percorsi di studio Ict - le laureate 'digitali' in Italia nel 2022 raggiungevano soltanto il 16,8%". "I sistemi di intelligenza artificiale, a cui stiamo affidando ruoli sempre più importanti nella vita privata e nell'economia, si basano su algoritmi che tendono a riflettere la forma mentis di chi li progetta, inclusi gli stereotipi di genere . Una programmazione prevalentemente in mano agli uomini rischia di esprimere e consolidare visioni tipicamente maschili", paventa la presidente del Comitato Pari Opportunità dell'Università di Trento Patrizia Tomio. dell'Università di Trento. "Aumentare la presenza delle donne negli ambienti di lavoro Ict dev'essere uno degli obiettivi della scuola e dell'università", sollecita la delegata alle Pari Opportunità dell'Università di Genova Angela Celeste Taramasso. "Le giovanissime hanno bisogno di modelli professionali al femminile che le incoraggino a seguire le proprie inclinazioni. - evidenzia la chief reputation officer di Bureau Veritas Italia Claudia Strasserra - Il nostro impegno per la parità di genere si declina sostenendo al nostro interno la crescita delle donne in ruoli tecnici e manageriali, e sollecitando le nuove generazioni affinché colgano le opportunità del mercato, libere da condizionamenti".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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