Italia e Estero

Ferito dalla polizia nel 2013, oggi in causa per indennizzo

la toga di un avvocato, durante una pausa della deposizione per il processo del crollo di ponte Morandi il 14 agosto 2018. Genova, 27 novembre 2023. ANSA/LUCA ZENNARO
la toga di un avvocato, durante una pausa della deposizione per il processo del crollo di ponte Morandi il 14 agosto 2018. Genova, 27 novembre 2023. ANSA/LUCA ZENNARO
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TORINO, 14 NOV - Nel 2013, mentre a Torino fuggiva in auto dopo un furto, venne ferito in modo grave da un colpo di pistola sparato da un agente di polizia. Oggi la vicenda è giunta al vaglio della Corte d'appello perché l'uomo, Magaiber Sulejmanovic, dimorante in un campo nomadi del centro Italia, ha chiesto un risarcimento: in primo grado gli sono stati riconosciuti 480 mila euro ma la somma non è ancora stata versata. Il processo penale ha portato all'accertamento di una responsabilità da parte dell'agente, che nel 2018, in appello, è stato condannato a sei mesi con la condizionale. La causa era stata avviata a Roma ma, al termine del procedimento, il tribunale capitolino aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale. Otto anni fa è stata accreditata la somma di 50 mila euro che era stata accordata in sede penale a titolo di provvisionale (un acconto sul risarcimento complessivo). "Ma è da undici anni - afferma l'avvocato Domenico Peila, che insieme al collega Enrico Usseglio Min assiste Sulejmanovic - che proponiamo alle controparti una transazione. Finora senza esito. C'è da chiedersi se questo atteggiamento di chiusura sia conveniente per lo Stato o se, al contrario, non comporti un onere ulteriore". Oggi il giudice istruttore torinese Francesco Eugenio Rizzi ha formalmente invitato le parti a trovare un accordo e a "coltivare il tentativo di conciliazione". Quindi ha aggiornato la causa a gennaio. Sulejmanovic (anche lui condannato in sede penale) per effetto del ferimento ha una invalidità dell'80%. I suoi legali affermano che cammina con enormi difficoltà e solo con l'aiuto di stecche che gli serrano le gambe.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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