Ferito dalla polizia nel 2013, oggi in causa per indennizzo
TORINO, 14 NOV - Nel 2013, mentre a Torino fuggiva in auto dopo un furto, venne ferito in modo grave da un colpo di pistola sparato da un agente di polizia. Oggi la vicenda è giunta al vaglio della Corte d'appello perché l'uomo, Magaiber Sulejmanovic, dimorante in un campo nomadi del centro Italia, ha chiesto un risarcimento: in primo grado gli sono stati riconosciuti 480 mila euro ma la somma non è ancora stata versata. Il processo penale ha portato all'accertamento di una responsabilità da parte dell'agente, che nel 2018, in appello, è stato condannato a sei mesi con la condizionale. La causa era stata avviata a Roma ma, al termine del procedimento, il tribunale capitolino aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale. Otto anni fa è stata accreditata la somma di 50 mila euro che era stata accordata in sede penale a titolo di provvisionale (un acconto sul risarcimento complessivo). "Ma è da undici anni - afferma l'avvocato Domenico Peila, che insieme al collega Enrico Usseglio Min assiste Sulejmanovic - che proponiamo alle controparti una transazione. Finora senza esito. C'è da chiedersi se questo atteggiamento di chiusura sia conveniente per lo Stato o se, al contrario, non comporti un onere ulteriore". Oggi il giudice istruttore torinese Francesco Eugenio Rizzi ha formalmente invitato le parti a trovare un accordo e a "coltivare il tentativo di conciliazione". Quindi ha aggiornato la causa a gennaio. Sulejmanovic (anche lui condannato in sede penale) per effetto del ferimento ha una invalidità dell'80%. I suoi legali affermano che cammina con enormi difficoltà e solo con l'aiuto di stecche che gli serrano le gambe.
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