FdI attacca su decadenza Todde,'un pasticcio e perdita di tempo'

CAGLIARI, 18 FEB - "In questa situazione non c'è alcun giudice, c'è solo un accertamento amministrativo". Così il capogruppo del Pd Roberto Deriu in premessa del suo intervento sulla mozione che apre la strada verso la Consulta nel caso della decadenza della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde. "Al di là di come sono state interpretate le leggi in questo caso, il problema principale - ha spiegato l'esponente dem - è se debba esserci una legge dello Stato che stabilisca che da illeciti comportamenti di un candidato può discendere la messa in discussione e l'esistenza di un intero organo legislativo". Per Deriu esistono già "tassative disposizioni che prevedono le cause di ineleggibilità e non ci può essere un'estensione di interpretazione, non si può entrare nella sfera costituzionale del Consiglio regionale". Il conflitto di attribuzioni è dunque necessario, ha chiarito il capogruppo del Pd, per "fare luce e giustizia rispetto alla gerarchia delle fonti e all'armonia normativa". Va, invece, all'attacco il vice capogruppo di Fratelli d'Italia, Fausto Piga: "La presidente Todde, che oggi non si è presentata in Aula, non può far finta di nulla verso questo pasticcio, perché il caso della decadenza è un pasticcio inaudito, non si è mai verificato nella storia dell'autonomia sarda, è un pasticcio che ci sta facendo perdere tempo, non a caso oggi 18 febbraio il Consiglio regionale non è ancora arrivato alla manovra finanziaria 2025 e c'è il rischio che si vada con l'esercizio provvisorio sino ad aprile". Piga accusa la maggioranza di aver presentato "una mozione che vuole difendere le prerogative del Consiglio regionale e tutelare il voto democratico, ma come voi l'avete scritta - denuncia -, questa è una mozione ad personam, è quella che io chiamerei la Salva Todde. Io e il mio gruppo, e credo tutta l'opposizione, non siamo disposti a fare da stampella alla presidente per camuffare e mascherare il pasticcio che avete combinato". A difesa della governatrice Sandro Porcu, capogruppo di Orizzonte Comune, che ha puntato sul fatto che la norma sull'elezione diretta del presidente della Regione Sardegna sia successiva a quella che impone la procedura seguita dal collegio di garanzia elettorale: "Sono temi delicati inerenti al sistema democratico, è giusto che sia la Corte costituzionale a dirimerli". Di provvedimento "sbagliato e ingiusto", riferendosi all'ordinanza ingiunzione del collegio elettorale di garanzia, parla anche Luca Pizzuto (Sinistra futura) che sottolinea i "rischi pericolosi della democrazia". Mentre il leader di Fdi Paolo Truzzu, ha insistito: "Nessuno di noi vuole sovvertire il risultato delle elezioni, state rischiando di far cadere in ridicolo la massima istituzione sarda". Michele Ciusa (M5s), ha incalzato: "Il Collegio di garanzia non può accettare, ingiungere, imporre e anche solo proporre la decadenza del presidente della Regione con ciò disponendo indirettamente l'automatica dissoluzione del Consiglio". "Questa mozione riguarda tutti noi - ha chiarito l'esponente pentastellato -, perché tutti noi siamo l'espressione del voto popolare e tutti noi, colleghe e colleghi, portiamo avanti il mandato affidatoci dei nostri cittadini sardi".
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