Europee, oggi la Lega sarebbe la seconda forza al Parlamento Ue
La Lega si conferma primo partito in Italia con più eletti alla futura Eurocamera, e il secondo in tutta l’Ue dopo la Cdu/Csu tedesca. Le proiezioni del Parlamento europeo rese note ieri all’ultima sessione plenaria di Strasburgo confermano il trend più che positivo del Carroccio, ma fotografano allo stesso tempo una situazione di frammentazione politica, con la perdita della maggioranza assoluta detenuta dal 2014 da Popolari e Socialisti che hanno costituito una sorta di Grosse Koalition a livello europeo.
Dai dati emerge inoltre che un’ipotetica alleanza fra il Ppe e tutte le forze della galassia sovranista insieme alle destre estreme e i conservatori non avrebbe i numeri per governare. Prendendo per buoni i sondaggi e sommando gli eurodeputati dei Popolari (180) a quelli dell’Ecr (66), dell’Enf (62) con la Lega e dell’Efdd (45), gruppo quest’ultimo dove siede il M5S che più volte ha escluso una coalizione europea con Matteo Salvini, si arriva infatti a quota 353 seggi su un totale di 751. Incrociando invece i dati del partito guidato dal tedesco-bavarese Manfred Weber con quelli degli S&D (149) e Liberali-Alde (76) si ottiene una maggioranza assoluta di 405 seggi. Se poi si aggiungesse En Marche, la formazione del presidente francese Emmanuel Macron, si avrebbe una maggioranza ancora più ampia con 426 seggi.
Le proiezioni, basate sui sondaggi realizzati nei vari Paesi Ue, fotografano però una realtà ipotetica, in quanto inseriscono i partiti politici negli attuali raggruppamenti in vigore dal 2014 senza considerare i nuovi gruppi. Dunque non vi è traccia alcuna di un ipotetico contenitore sovranista o del gruppo che i 5Stelle stanno cercando di costruire. Inoltre questi dati, rispetto alle precedenti rilevazioni di fine marzo, inseriscono la presenza dei parlamentari britannici nell’eventualità della partecipazione del Regno Unito al voto di fine maggio. Ne risulta che i dati odierni confrontati con i precedenti mostrano fluttuazioni, variazioni e rimodulazioni inedite, fotografando una mappatura di Strasburgo in parte falsata e che secondo molti analisti va presa con le dovute cautele. Questo, va detto, anche se i parlamentari si distribuiscono tra socialisti, Ecr e Efdd.
L’inserimento poi dei nuovi partiti nella categoria «Altri», come quello di Macron, complica ancora di più le cose in vista di ipotetiche alleanze future, anche se il presidente francese dopo aver partecipato al congresso di Madrid dell’Alde potrebbe immaginare di entrare nel gruppo liberaldemocratico per rifondarlo completamente. Intese che comunque dovranno fare i conti con le nuove regole per la formazione dei gruppi che prevedono che venga rispettato il criterio dell’affinità politica. Norme definite, a seconda dei gruppi politici, più restrittive o più chiare, la cui adozione da parte del Pe ha destato non poche polemiche.
Ad ogni modo le proiezioni confermano il primato in Italia del partito di Salvini con 26 seggi (6 nelle scorse europee) con un leggero calo rispetto alla precedente rilevazione dal 32,2% al 31,4%. Il Movimento 5 Stelle sale rispetto a fine marzo a 18 seggi (dal 20,9% al 21,5%), il Pd cala a 16 da 17 (nel 2014 ne aveva addirittura 31), Forza Italia resta stabile a 8 (nel 2014 ne aveva 13). Secondo i sondaggi Fratelli d’Italia sarebbe l’unico altro movimento in grado di superate la soglia di sbarramento del 4%, il partito di Giorgia Meloni otterrebbe quattro deputati. In questo momento +Europa resterebbe attorno al 3%.
A livello europeo si registra un calo di Ppe (che resta il primo partito) e dei S&D. Salgono invece l’Enf, i Verdi, l’Alde e l’Efdd. Venendo al Regno Unito, altro dato interessante è l’exploit del Brexit Party di Nigel Farage, terzo dopo il Labour e i Conservatori. L’Ukip sarebbe quarto. Non si tratta di una sorpresa se si pensa che nella scorsa tornata elettorale europea, il partito per l’indipendenza del Regno Unito di Farage era stato il primo partito britannico con il 26,6%. E se in Francia Macron è tallonato da Marine Le Pen, in Germania la Cdu/Csu resta prima seguita dai Verdi che superano l’Spd nei sondaggi ormai da qualche mese. Quarta l’estrema destra di Afd in fase calante rispetto alle elezioni federali del 2017 quando aveva ottenuto il 12,6% mentre oggi è poco sopra il 10%.
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