Esplosione a Liverpool, il taxista eroe e l'attentatore «Enzo»
Si va delineando il profilo dell'attentatore che, domenica 14 novembre, si è fatto esplodere in un taxi di Liverpool, proprio di fronte al Women's Hospital. La deflagrazione ha provocato un morto - il kamikaze stesso - e un ferito: cruciale in tal senso l'intervento del taxista David Perry che, a quanto sembra, vedendo l'uomo armeggiare attorno a qualcosa che aveva addosso, sarebbe riuscito ad uscire dall'auto, chiudendo dentro l'attentatore e limitando così i danni a terzi. La pronta reazione del taxista è stata lodata anche dal Primo Ministro britannico Boris Johnson.
La vicenda sembra dunque ridimensionarsi all'azione di un singolo: si tratta secondo i media britannici del 32enne richiedente asilo politico e convertito al Cristianesimo nel 2017. Da tempo l'uomo si trovava nel Regno Unito ma senza legami con il terrorismo internazionale. Resta al vaglio dei servizi britannici anche la sua condizione psichica, come pure non è chiara la provenienza, che i media britannici riferiscono ora genericamente come «from the Middle East», ora parlando di un cittadino giordano cresciuto in Iraq.
Certo appare al contrario il suo nome: Emad Al Swealmeen aveva però cambiato identità assumento l'alias di Enzo Almeni anni fa, nell'intento di sembrare più occidentale e avere così maggiori possibilità di ottenere l'asilo politico. Quanto al nome di battesimo, evidentemente italiano, sarebbe stato un omaggio ad Enzo Ferrari, l'indimenticato fondatore della casa automobilistica modenese, del quale il 32enne pare fosse ammiratore.
L'antiterrorismo britannico ha anche confermato il rilascio senza alcuna accusa dei quattro giovani, tra 20 e 29 anni di età, fermati inizialmente come potenziali fiancheggiatori, accusati inizialmente anch'essi di violazione della legge britannica sul terrosimo.
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