Italia e Estero

«Esci il cane» e «siedi il bambino»: si può, lo dice la Crusca

Ad ammettere nell'uso, molto frequente al Sud, le due espressioni è nientemeno che l'Accademia della Crusca
Cane al guinzaglio con il suo padrone - © www.giornaledibrescia.it
Cane al guinzaglio con il suo padrone - © www.giornaledibrescia.it
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«Esci il cane» e «siedi il bambino». Espressioni frequenti soprattutto al sud Italia, ma ora pienamente legittimate, nientemeno che dall'Accademia della Crusca. A spiegare perché l'uso transitivo di verbi come uscire e sedere, di per sé - ci spiegavano un tempo alle elementari - utilizzabili solo con l'ausiliare essere e senza complemento oggetto alcuno - è la risposta fornita dall'Accademia della Crusca ad un quesito posto online da una lettrice.

L'estensore della risposta - Vittorio Coletti, consigliere dell'Accademia della Crusca, docente di lungo corso, linguista e lessicografo dell'idioma di Dante - interpreta l'uso transitivo del verbo «uscire» come «una procedura sintetica che riguarda da tempo anche altri verbi di moto» quali «sali» e «scendi», peraltro già documentata su alcuni vocabolari e attestata addirittura, si spiega, in un testo edito a Cremona nel 1865.

«Dunque - chiosa Coletti -, è una costruzione abbastanza diffusa e neppure solo recente». D'altro canto, è da sempre ammesso il dire «scendere o salire le scale».

Certo, una vittoria per il sud dove l'uso invalso del transitivo di uscire e scendere è stato spesso stigmatizzato sino a divenire oggetto di caricature. E che viene ora invece pienamente riconosciuto, ancorché con l'indicazione di regionalismo.

Insomma, d'ora in poi, tutti pronti ad uscire la spazzatura (meglio se differenziata) o entrare il bucato in caso di pioggia? Forse. Visto che, fugato ogni dubbio sull'ammissibilità di «sedere il bambino», in realtà la stessa Crusca con altra risposta ad un più risalente quesito (datato 2016) riconosceva la frequenza d'uso e l'elevato interesse circa la liceità o meno dell'uso attestato dalle numerose richieste in proposito, ma escludeva ancora il ricorso legittimo a «esci il cane» e imponeva ancora l'impiego della preposizione «con».

Fermo restando che non è comunque eresia, neppure per una creatura viva e mutevole come una lingua, il mantenimento dell'espressione classica intransitiva se non addirittura il sostegno... del fare, verbo tanto caro in terra bresciana (vedi far sedere il bambino).

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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