Italia e Estero

Eni-Nigeria: a Brescia chiesti 8 mesi per De Pasquale e Spadaro

Il Pm Sergio Spadaro alla Sentenza del Processo a carico di Saipem per tangenti in Nigeria, Milano, 19 febbraio 2015. ANSA/STEFANO PORTA
Il Pm Sergio Spadaro alla Sentenza del Processo a carico di Saipem per tangenti in Nigeria, Milano, 19 febbraio 2015. ANSA/STEFANO PORTA
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BRESCIA, 17 SET - Otto mesi di reclusione sono stati chiesti oggi dalla Procura di Brescia nei confronti dei pm di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, accusati di rifiuto di atti di ufficio per non aver depositato atti "in favore delle difese" degli imputati, tutti assolti definitivamente, nel processo milanese sul caso Eni Nigeria. Secondo i pm bresciani Francesco Milanesi e Donato Greco, in aula assieme al procuratore Francesco Prete, De Pasquale e Spadaro, hanno "scelto di non adempiere agli obblighi che la legge impone loro" , ossia non di "selezionare" gli elementi di prova ma depositarli tutti alle parti processuali. Invece "con il loro comportamento omissivo", "nascondendo" atti favorevoli agli imputati, avrebbero leso il diritto di difesa. "E il fatto che entrambi esercitino ancora le proprie funzioni e in assenza di critica del proprio operato, fa sì che la pena non possa essere sospesa perché c'è la possibilità che le condotte possano essere reiterate". Mentre invece, al collegio presieduto dal giudice Roberto Spanò è stato chiesto di riconoscere le attenuanti generiche.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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