Emergenza coronavirus: come siamo arrivati fin qua
Da virus misterioso a possibile minaccia per la salute pubblica internazionale in meno di un mese. Questa la parabola del coronavirus che ha causato il focolaio partito da un mercato della città di Wuhan.
Ripercorriamo la vicenda partendo dalla definizione dell'agente patogeno, di cui è stato ricostruito il ceppo d'appartenenza. Quello scoperto in Cina - chiamato 2019-nCoV - è solo l'ultimo virus tra quelli appartenenti alla famiglia Coronaviridae, molto diffusi tra gli uccelli e nei mammiferi, ma che dagli anni Sessanta è noto si possano trasmettere anche all'essere umano. Il nome deriva dalla loro forma al microscopio elettronico: piccoli globuli dotati di tante piccole punte che richiamano l'immagine di una corona. Sono noti finora sette ceppi di coronavirus che sono in grado infettare l'uomo. Il più noto è quello che causò, a cavallo tra il 2002 e il 2003, l'infezione diffusa di Sars (Severe Acute Respiratory Syndorme): 8mila casi in 30 paesi, con 801 decessi dovuti alle complicazioni successive.
Queste le tappe dell'evoluzione dell'epidemia in corso:
-31 dicembre 2019: è arrivata la prima comunicazione ufficiale sul virus da parte della Cina all'Oms. Le autorità di Pechino segnalano un focolaio di polmoniti di origine sconosciuta verificatesi tra la metà e la fine di dicembre, riconducibili ad un mercato del pesce di Wuhan, città della Cina centrale con 11 milioni di abitanti, che verrà poi chiuso l'1 gennaio.
-6 gennaio: le autorità cinesi comunicano di aver escluso che a causare il focolaio siano stati virus come l'influenza o la Sars, su cui si erano appuntati i primi sospetti.
-9 gennaio: l'Oms conferma che la malattia 'misteriosà è causata in realtà da un nuovo coronavirus, dello stesso tipo di quello della Sars e del Mers, mai isolato prima. In questa fase non ci sono ancora prove della possibile trasmissione da uomo a uomo. Il codice genetico viene messo a disposizione della comunità scientifica.
-11 gennaio: c'è il primo morto per la malattia, un uomo di 61 anni con altre patologie preesistenti. Al momento sono sei i decessi registrati per il virus, tutti in Cina.
-13 gennaio: l'Oms conferma il primo caso al di fuori della Cina, su una donna di Wuhan che ha sviluppato i sintomi durante un viaggio in Thailandia. A oggi sono quattro i casi esportati, due in Thailandia, uno in Giappone e uno in Corea del Sud, tutti in persone che hanno viaggiato a Wuhan. Diversi stati asiatici e anche gli Usa annunciano controlli specifici negli aeroporti, anche in vista dei festeggiamenti per il capodanno cinese, il 25 gennaio, occasione di viaggi all'estero per milioni di cinesi.
-20 gennaio: arriva la conferma ufficiale della capacità del virus di trasmettersi da uomo a uomo, e la Cina ammette altri 217 casi confermati.
-21 gennaio: Segnalati casi anche a Taiwan, Macao e negli Stati Uniti. Le vittime salgono a nove.
-I numeri dell’epidemia: Al momento secondo l'Oms sono 400 i casi segnalati del virus, di cui 12 in condizioni critiche, con nove morti. Due casi si sono verificati anche in Thailandia, uno in Giappone e uno in Corea del Sud, mentre la quasi totalità dei pazienti cinesi è concentrata nella zona di Wuhan, con 14 casi riportati nella regione del Guandong, 5 a Pechino e uno a Shanghai. Sui dati, però, non c'è ancora chiarezza. Secondo alcune fonti potrebbero essersi infettati 14 operatori sanitari, mentre secondo altre stime i casi totali sarebbero già oltre 1700.
- I controlli: L'Europa ricorda l'Ecdc, ha tre collegamenti diretti con Wuhan. Uno è dall'aeroporto di Fiumicino, che ha tre voli alla settimana per la metropoli cinese. Gli Usa hanno già annunciato controlli specifici in diversi stati, e l'allerta è stata alzata in Thailandia, Corea del Sud e Giappone dopo l'importazione di casi. Il livello di allerta in Europa è stato innalzato da basso a moderato.
I precedenti: Oltre alla Sars, un altro virus parente di quello cinese è il Mers. Isolato nel 2012, ha fatto registrare 2494 casi con 858 morti in 27 paesi.
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