Emanuela Orlandi, Ali Agca: «È viva e sta bene da 36 anni»
Mentre si attende che sabato prossimo riprendano in Vaticano le operazioni peritali sulle centinaia di frammenti ossei repertati in due ossari nel Campo Santo Teutonico, attigui alle due tombe di principesse tedesche aperte e ritrovate vuote l'11 luglio scorso in seguito a una segnalazione anonima sulla possibile presenza dei resti di Emanuela Orlandi, l'attentatore di Giovanni Paolo II torna, nel suo stile, a parlare del mistero della ragazza, figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, scomparsa nel nulla 36 anni fa.
«Emanuela Orlandi è viva e sta bene da 36 anni. Emanuela Orlandi non ha mai subito nessuna violenza. Anzi è stata trattata bene sempre», afferma l'ex «lupo grigio» nella lettera aperta alla stampa internazionale fatta pervenire dalla Turchia tramite il suo legale.
«Emanuela Orlandi non fu mai sequestrata nel senso classico del termine - prosegue -. Emanuela fu tuttavia una vittima di un intrigo internazionale per motivi religiosi politici collegati anche con il Terzo segreto di Fatima».
E secondo Ali Agca, «il governo vaticano non è responsabile dell'organizzazione di questo intrigo internazionale». «Il papa Francesco ha detto a Pietro Orlandi: "Se Emanuela si trova in cielo dobbiamo pregare per lei" - aggiunge, a proposito di un breve incontro tra il Pontefice e il fratello di Emanuela -. Questa dichiarazione normalissima del Papa fu manipolata e fatto un film di menzogna intitolato "Verità è in cielo"».
«Basta con menzogne e calunnie contro i morti come il prelato Marcinkus e Enrico de Pedis e altre persone innocenti - dice ancora -. Nessuna criminalità e nessuna sessualità c'entrano con il caso Emanuela Orlandi».
«Tutti invitano il Vaticano a rivelare qualche documento sull'intrigo internazionale Emanuela Orlandi - conclude Agca -. Invece io invito la Cia a rivelare i suoi documenti segreti sull'intrigo Emanuela Orlandi, confessando anche la responsabilità diretta della Cia su quel complesso di intrighi internazionali degli anni 1980». «Ci sono molte cose da dire ma per adesso devo limitare il discorso», è la chiusura.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato