Italia e Estero

Effetto Covid: crolla l'aspettativa di vita in Lombardia

Lo certifica la Rilevazione Istat sulle Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori. I dati per il Bresciano dei primi 6 mesi del 2021
Gente in città - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Gente in città - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Un anno e due mesi in meno in Italia, il doppio in Lombardia, quasi il quadruplo nelle province più colpite dal Covid: è il calo dell'aspettativa di vita accertato nel 2020 dalla Rilevazione Istat sulle Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori che ha certificato con i dati pubblicati oggi il tragico impatto della pandemia.

E con i suoi oltre 25mila decessi per coronavirus dell'anno scorso (ora sono quasi 34mila) non poteva che essere la Lombardia la regione in cui il calo è più evidente: se in tutta Italia la speranza di vita alla nascita si è ridotta a 82 anni (79,7 anni per gli uomini e 84,4 per le donne), i territori maggiormente colpiti dal covid come Bergamo, Cremona e Lodi hanno registrato un calo per gli uomini di 4,3 e 4,5 anni, i dati più alti in assoluto.

Nel Bresciano si sono persi quasi due anni e mezzo: se nel 2019 l'aspettativa di vita era di 83,7 anni, nel 2021 si è scesi a 81,2. Nel dettaglio per i maschi, si è passati dagli 81,3 anni del 2019 ai 78,5 del 2020; per le donne, in 12 mesi persi poco più di due anni, da 86,1 a 83,9.

Molto significativo anche il calo accertato per le donne residenti a Bergamo con la speranza di vita che si è ridotta di 3,2 anni.

Questi cambiamenti, scrive l'Istat, «portano modifiche importanti nel ranking della speranza di vita per provincia, con Lodi, Bergamo, Cremona, Brescia, Piacenza e Parma che, rispetto al 2019, perdono più di 50 posizioni».

Il trasporto delle bare con i camion militari a Bergamo - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il trasporto delle bare con i camion militari a Bergamo - Foto © www.giornaledibrescia.it

Nel Bresciano il Covid ha fatto più morti anche nel 2021

Se ora l’Istat certifica che il 2020 è stato un annus horribilis, il 2021 conta comunque più morti nel Bresciano rispetto al periodo pre-pandemia, segno che gli effetti del Covid si fanno ancora sentire.

Secondo il monitoraggio pubblicato a fine agosto da Istat e Istituto superiore di sanità, infatti, nei primi mesi di quest’anno sono stati 923 i morti in più nella nostra provincia rispetto alla media del quinquennio 2015-2019.

Nei primi sei mesi del 2021 nel Bresciano i morti per tutte le cause (dunque non solo per Covid) sono stati 7.044: nello stesso periodo del 2020 furono 10.496, contro una media 2015-2019 di 6.121. Si tratta, per il 2021, di una crescita del 15% rispetto alla media pre-Covid.

Un dato più alto rispetto a quello regionale e nazionale, che si ferma all’8%. Questo perché, va ricordato, Brescia è stata una delle province più colpite dalla terza ondata a causa della rapida diffusione della variante inglese.

La fiducia nell’«effetto vaccini»

Sulla Rilevazione Istat sulle Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori sono arrivati diversi commenti e riflessioni. «Riteniamo che questa riduzione sia dovuta a questo anno e mezzo di Covid e lavoriamo perché aumenti nuovamente l'aspettativa di vita su tutta la regione», ha commentato la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti.

Se il sindaco di Lodi Sara Casanova punta sui vaccini come «arma in nostro possesso per cercare di contrastare il calo di speranza di vita», il sindaco di Codogno, che è anche presidente della Provincia di Lodi, Francesco Passerini, spiega di non essere «per nulla preoccupato» da questi dati: «È chiaro - ha spiegato - che, con la pandemia, abbiamo vissuto uno tsunami che ha stravolto quasi ogni parametro». «Mi aspetto - ha proseguito - che già con il prossimo anno la situazione migliori per poi ritornare, in un breve periodo, ai dati pre-pandemia. Il dato è strettamente legato all'incubo che abbiamo vissuto che è stato un uragano».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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