È morta Milva
È morta all'età di 81 anni, nella sua casa di Milano di via Serbelloni, Maria Ilva Biolcati, in arte Milva. La cantante e attrice teatrale dai capelli rossi, da tempo era lontana dalle scene, era conosciuta anche con il soprannome di «la pantera di Goro», sua città natale.
La figlia, Martina Corgnati, ha confermato la sua scomparsa, avvenuta ieri, spiegando che la madre era malata da tempo. La famiglia in questo momento sta organizzando l'ultimo saluto all'artista.
Con oltre 50 anni di carriera tra musica e teatro alle spalle, protagonista della scena musicale degli anni '70 e oltre 80 milioni di dischi in tutto il mondo, Milva è stata una delle interpreti più intense della canzone italiana. Maria Ilva Biolcati era nata Goro il 17 luglio 1939. Ha ottenuto particolari consensi, oltre che in Italia, soprattutto in Germania.
Ha pubblicato con successo dischi anche in Francia, Giappone, Corea del Sud, Grecia, Spagna e Sudamerica. Nel corso degli anni è riuscita a registrare un grande numero di brani, passando per generi musicali anche molto distanti fra loro con grande carisma interpretativo e rimane a oggi l'artista italiana con il maggior numero di album realizzati, ben 173 tra album in studio, album live e raccolte.
Dopo aver trionfato in un concorso di voci nuove della Rai nel 1959 con le canzoni Acque amare di Carla Boni e Dicembre m'ha portato una canzone di Nilla Pizzi, comincia a incidere per la Cetra, partecipando al Festival di Sanremo 1961, nel quale arriva terza con Il mare nel cassetto. L'anno dopo è seconda con Tango italiano, che arriva in prima posizione nella classifica dei 45 giri.
In questo periodo sono tantissimi i 45 giri incisi, tra i quali si ricordano due successi come Flamenco Rock (1960) e Blue spanish eyes (1966). Nel 1961 sposa il regista Maurizio Corgnati e nel 1963 nasce la figlia Martina Corgnati, oggi curatrice e critica d'arte. Bruno Coquatrix, storico patron dell'Olympia di Parigi, la chiama per un eccezionale debutto oltralpe. Verso la metà del decennio si avvicina ad un repertorio più ricercato, attraverso gli Lp Le canzoni del Tabarin - Canzoni da cortile (1963) e Canti della libertà (1965), dove incide la prima versione di Bella ciao, una delle sue più famose interpretazioni.
Ma, soprattutto, si avvicina alla recitazione, lavorando nel teatro leggero con Gino Bramieri e David Riondino, per poi passare a Giorgio Strehler, che diventa una figura-chiave per la crescita artistica di Milva, che in pochi anni diventa una delle più importanti attrici teatrali italiane. In particolare, si specializza nella rappresentazione del repertorio brechtiano, diventandone la maggiore interprete italiana, nonchè una delle più apprezzate in assoluto in ambito internazionale.
Nella prima metà degli anni Settanta escono i suoi primi dischi dedicati al mondo brechtiano e curati da Giorgio Strehler: Milva canta Brecht (1971) e Brecht (1975). Dagli anni Ottanta in poi, il suo curriculum si arricchisce considerevolmente, grazie ad altre prestigiose collaborazioni, che ne esaltano le capacità artistiche, come Luciano Berio e Astor Piazzolla. Nel 1980 è protagonista del varietà in quattro puntate Palcoscenico, diretta da Antonello Falqui, affiancata da Oreste Lionello.
Nello stesso anno pubblica La Rossa, un album interamente prodotto da Enzo Jannacci. Nel 1981 inizia il sodalizio con Franco Battiato con quello che è il più grande successo commerciale della cantante, Milva e dintorni, il primo di tre album realizzati con Franco Battiato e Giusto Pio. Il brano affidato alla promozione radiofonica è Alexander Platz di cui Milva ne fece un vero e proprio cavallo di battaglia.
Nel 1990 partecipa al Festival di Sanremo con il brano Sono felice, e nel 1993 con il brano Uomini Addosso. Nel 2004 collabora con Alda Merini realizzando un intero album con le liriche della grande poetessa musicate da Giovanni Nuti.
L'ultima partecipazione di Milva al festival sanremese avviene nel 2007, con la canzone The Show Must Go On di Giorgio Faletti che collabora anche all'album In territorio nemico. Insignita l'anno precedente del titolo di Cavaliere della Legion d'Onore, nel 2010, dopo cinquantun anni di carriera, pubblica il terzo album scritto e prodotto per lei da Franco Battiato, intitolato Non conosco nessun Patrizio e balzato immediatamente nella top 20 dei dischi più venduti in Italia.
Con questo album l'artista annuncia il suo addio alle scene. Con queste parole Milva spiega le ragioni della propria scelta: «Ritengo che proprio questa speciale combinazione di capacità, versatilità e passione sia stato il mio dono più prezioso e memorabile al pubblico e alla musica che ho interpretato e per quello voglio essere ricordata. Oggi questa magica e difficile combinazione forse non mi è più accessibile: per questo, dato qualche sbalzo di pressione, una sciatalgia a volte assai dolorosa, qualche affanno metabolico; e, soprattutto, dati gli inevitabili veli che l'età dispiega sia sulle corde vocali sia sulla prontezza di riflessi, l'energia e la capacità di resistenza e di fatica, ho deciso di abbandonare definitivamente le scene e fare un passo indietro in direzione della sala d'incisione, da dove posso continuare ad offrire ancora un contributo pregevole e sofisticato».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato