Italia e Estero

Due per mille ai partiti: in Lombardia un tesoretto da 5 milioni

Sono 336.501 i contribuenti che hanno dirottato i fondi alle sigle: Pd il più sostenuto, poi FdI, Lega e Azione
Il Pd è il partito che ha ricevuto di più dal due per mille - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il Pd è il partito che ha ricevuto di più dal due per mille - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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In alcuni casi non risolve, ma aiuta molto. Specie visto che buona parte dei fondi in cassa sono stati prosciugati con la campagna estiva, tanto inattesa quanto fulminea, per la scelta del nuovo governo. E in un momento di frugalità una buona notizia per i partiti - alle prese con le elezioni regionali del 12 e 13 febbraio e in vista delle comunali di primavera - arriva dal 2 per mille: stando alle dichiarazioni dei redditi 2022, in Lombardia 336.501 contribuenti hanno destinato alle diverse compagini quasi 5 milioni euro. Un tesoretto dal quale partire per affrontare la sfida delle urne.

A vestire i panni del Paperon de’ Paperoni è il Partito Democratico, che risulta essere la sigla con un elettorato più «fidelizzato». Non solo è il simbolo che ha catalizzato più «preferenze», ma - sempre per quanto riguarda la voce del 2 per mille - ha anche doppiato per incassi il primo partito, ovvero Fratelli d’Italia: 103.969 lombardi hanno premiato i dem consegnando nel portafoglio della tesoreria 1.605.349 euro (a livello nazionale il guadagno è di 7.346.785 euro, più di un terzo del totale riservato ai partiti). Un bel sollievo.

Il Pd è l’erede della tradizione politica di Pci e Dc e di una numerosa e generosa partecipazione popolare che, però, non si riflette più con la sottoscrizione delle tessere. Il punto più forte per il partito di Letta restano quindi le contribuzioni volontarie contenute nelle dichiarazioni dei redditi.

Quello di Fratelli d’Italia è un raro esempio di tesoriere felice: il partito ha pochissimi dipendenti e la maggior parte delle sedi di proprietà e, in questi anni, sta via via incamerando sempre più fondi. Cifre comunque distanti anni luce da quelle dei dem: dalla Lombardia il partito di Giorgia Meloni incassa 687.722 euro. E siccome la strategia ormai consolidata dalla leader e dai militanti è quella di convogliare campagne social, propaganda e appuntamenti sui territori all’ultimo miglio della campagna elettorale, quello dei fondi non è un problema che assilla la dirigenza.

Terzo posto per la doppia declinazione della Lega: Nord per l’indipendenza della Padania e per Salvini premier. Fra le due organizzazioni, nel complesso, dalla Lombardia arrivano 618.626 euro. La Lega «originale» è vincolata ai famosi 49 milioni di euro di vecchi rimborsi da restituire allo Stato (attualizzati a 18 milioni dopo l’accordo con la procura di Genova), mentre la Lega salviniana si occupa delle campagne elettorali. 

A non passarsela benissimo è invece Forza Italia che, nella classifica lombarda, sprofonda all’ottavo posto: le donazioni regionali sono state solo 9.129, per un totale di 157.394 euro, cifra ben lontana dagli anni d’oro. Gli azzurri sono infatti surclassati da Sinistra Italiana (167.848,8 euro), Europa Verde (in crescita con 205.157 euro), Italia Viva (212.649,6 euro) e Azione che si piazza al quarto posto dopo i «big» con un tesoretto pari a 340.670 euro. La fine di ogni sostegno pubblico - niente finanziamenti diretti, niente rimborsi elettorali - non ha comunque coinciso con un maggiore sostegno popolare, anzi: negli ultimi anni grandi e piccole donazioni sono franate e le sole sottoscrizioni delle tessere portano in cassa un contributo pressoché simbolico.

Per questo il 2x1000 per molti partiti è diventato un «salva-vita». E quello che deriva dalla Lombardia è un bottino niente male: rappresenta il 2% dell’incasso nazionale. Anche se coloro che scelgono di scrivere il codice del partito prediletto restano una minoranza: 336.501 su 7.273.630 contribuenti. Il 4,6%. La fiducia è ancora un terreno da conquistare.

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