Due milioni di persone senz'acqua sotto le bombe ad Aleppo
Quasi due milioni di persone senza acqua corrente, decine di civili uccisi in bombardamenti governativi, avanzata di terra e combattimenti nel nord della città.
La situazione di Aleppo, dopo che a New York sembra fallito ogni tentativo di far resuscitare la tregua, appare oggi ancor più drammatica di prima del cessate il fuoco, entrato in vigore il 12 settembre e durato una sola settimana.
Le diplomazie russa e americana non sono riuscite a far tacere nuovamente le armi durante le iniziative bilaterali e multilaterali messe in atto negli ultimi giorni a margine dell'Assemblea generale dell'Onu. Semmai le distanze sembrano essere aumentate, con irati scambi di accuse.
Mentre la prospettiva di una nuova tregua e l'avvio almeno di una parvenza di negoziati si allontana, gli abitanti di Aleppo, sia nella parte orientale in mano agli insorti sia in quella occidentale controllata dai governativi, rimangono anche senza acqua corrente, oltre che praticamente senza elettricità, che viene erogata a singhiozzo solo per poche ore al giorno.
«Intensi attacchi avvenuti ieri sera - ha spiegato Hanaa Singer, rappresentante dell'Unicef per la Siria - hanno danneggiato la stazione di pompaggio di Bab al Nayrab, che fornisce acqua a 250.000 persone nei quartieri orientali. Le violenze impediscono alle squadre di intervento di raggiungere la stazione per le riparazioni, e per rappresaglia la stazione di pompaggio di Suleiman al Halabi, anch'essa situata nella parte orientale, è stata spenta, lasciando senz'acqua 1,5 milioni di residenti delle parti occidentali della città».
«Privare i bambini dell'acqua - ha avvertito la rappresentante dell'Unicef - li espone al rischio di esplosioni catastrofiche di malattie, che si aggiunge alla paura e all'orrore di ogni giorno».
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