Italia e Estero

Dopo il voto, Mattarella alle prese con un Paese spaccato in due

Non ci sono le condizioni per creare una maggioranza, il ruolo del Colle sarà decisivo per garantire stabilità e governabilità
Lo scenario politico italiano dopo il voto del 4 marzo è particolarmente complesso - Ansa
Lo scenario politico italiano dopo il voto del 4 marzo è particolarmente complesso - Ansa
AA

Dopo gli elettori ora la parola passa alle forze politiche che devono usare il tempo che manca all'inizio delle consultazioni (in sostanza almeno tre settimane) per chiarirsi al proprio interno, per definire alleanze in grado di produrre una maggioranza parlamentare. 

Massimo riserbo al Colle dove anche Sergio Mattarella sta studiando risultati elettorali di non facile lettura. E soprattutto non ancora definitivi a quasi 24 ore dalla chiusura dei seggi. Che hanno però una certezza, seppur negativa: non esiste una maggioranza in grado di esprimere la fiducia a un proprio Governo. 

E Mattarella, che ha una visione politica del tutto diversa da quella di Giorgio Napolitano, non permetterà tentativi spericolati che possano morire in aula prima di nascere. Oggi Matteo Renzi si è dimesso, ed è logica conseguenza della disfatta alle urne. Ma politicamente la guerra interna al Pd sembra appena ricominciata: il segretario ha fatto capire di non avere la minima intenzione di uscire di scena prima della formazione di un nuovo governo e ha schierato il Pd all'opposizione. E, almeno sulla carta in attesa di capire i veri umori dei Dem, ha tolto una delle carte forti dal gioco delle alleanze. 

Intanto i vincitori delle elezioni hanno immediatamente iniziato a tirare per la giacchetta il presidente. Sia Salvini che Di Maio rivendicano il diritto all'incarico per tentare di formare il Governo. Richiesta ad oggi prematura ed irricevibile per il Quirinale che da settimane ripete ai partiti che non è il presidente a dover indicare la strada delle alleanze, ma tocca alle forze politiche. Che non è il presidente a decidere il Governo, ma che saranno le forze parlamentari a farlo. 

Nessuno si nasconde dietro un dito negando la potenza dell'azione presidenziale in questa fase e certamente Mattarella non rimarrà spettatore inerte. Ma è evidente che questa deve essere una finestra di riflessione esterna al Quirinale, dove rimane fermo il principio che avrà l'incarico chi dimostrerà di avere più chance di portare a casa il risultato. La crisi si annuncia anche per il Colle complessa e ci si prepara a tempi lunghi. Una decantazione necessaria, oggi si spera salvifica rispetto a un Paese spaccato in due.  

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato