Donna morì dopo asportazione neo, chiesti 14 anni per Oneda
Il pm di Genova ha chiesto tre condanne per la morte di Roberta Repetto, l'insegnante di 40 anni a cui fu asportato un neo, senza anestesia, senza successiva biopsia e sul tavolo da cucina del centro olistico di Borzonasca, in Liguria, e che morì a causa di un tumore non curato.
Secondo l’accusa la donna, che aveva un melanoma, fu curata per due anni con tisane zuccherate e meditazione e morì a ottobre del 2020 all'ospedale San Martino di Genova dove era arrivata ormai in condizioni disperate.
Il pm ha chiesto 16 anni per il santone e responsabile del centro olistico Anidra, Paolo Bendinelli, 14 anni per il medico bresciano Paolo Oneda e dieci anni, per ridotto contributo causale, per la sua compagna e psicologa sempre di Brescia Paola Dora.
I tre imputati che hanno optato per il rito abbreviato - chiamati a rispondere di omicidio volontario in concorso - erano stati ascoltati in aula nei giorni scorsi. «Nel centro Anidra ognuno era libero di fare quello che voleva, non c’era nessuna costrizione da parte mia. Il percorso olistico e tantrico - aveva spiegato Bendinelli - era basato sulla condivisione. Io sono un naturalista, ma non sono mai stato contro la medicina normale».
Anche Oneda e Dora avevano escluso davanti al gup responsabilità nel decesso della donna. «Dissi a Roberta di farsi vedere da un medico per la ferita alla schiena - ha detto Dora - ma lei odiava gli ospedali».
Aggiornamento
La dott.ssa Paola Dora è stata assolta da ogni imputazione sia in primo che in secondo grado.
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