Donald Trump alla Casa Bianca: il punto
L'America volta pagina, mandando alla Casa Bianca uno dei candidati più controversi di sempre. Donald Trump si afferma e diventa il quaranticinquesimo presidente degli Stati Uniti, disfatta per l'ex first lady Hillary Clinton, che pure nei sondaggi della vigilia sembrava essere in leggero vantaggio.
Trump supera la fatidica soglia dei 270 grandi elettori conquistando gli stati chiave, ed ottiene una vittoria nella quale neppure il suo stesso partito repubblicano credeva.
Clinton l’ha chiamato subito concedendogli la vittoria. Questi ricambia congratulandosi a sua volta con lei e lanciando un appello accorato: «È l'ora di unirci. Sarò il presidente di tutti», ha detto nel suo primo discorso.
Il mondo intanto, si interroga sul futuro. «Le relazioni transatlantiche devono restare forti e durature»: è il senso della lettera dei presidenti del Consiglio europeo Tusk e della Commissione Juncker al neo-inquilino della Casa Bianca, con la quale lo invitano anche a visitare l'Europa per un summit appena possibile.
Da Mosca arrivano le congratulazioni di Putin, con l'augurio che i rapporti con Washington possano uscire dalla crisi in cui versano. L'amicizia resti forte e solida, è la convinzione del premier Renzi, che vede il fatto politico nuovo e invita a partire da qui anche al netto di certe diffidenze da campagna elettorale.
L’effetto Trump si è fatto sentire sulle Borse europee che hanno aperto in forte calo, riducendo poi le perdite. L'indice Euro Stoxx perde l'1,8% a 2.967 punti. Tiene Mosca in rialzo dell'1,2%. Nel Vecchio Continente la Borsa di Milano è maglia nera con il Ftse Mib che cede l'1,7%. Parigi e Francoforte cedono l'1,4 mentre Parigi cala dello 0,5%. Il settore finanziario subisce le maggiori perdite in calo del 2,7%. Male anche energia -1,9% e l'industria -1,2%.
Secondo gli analisti, la vittoria Trump porta volatilità nel breve termine con una fuga verso i beni rifugio quali oro, franco svizzero e yen. Ma è bene rimanere con i nervi saldi, spiegano: i fondamentali sono a posto e non c'è recessione.
Voci di esultanza e di allarme anche nel mondo politico italiano. Per la Lega, Salvini plaude a quella che definisce vittoria del popolo sui poteri forti e chiama il suo partito ad osare e andare oltre, «basta temporeggiare». Brunetta attacca Renzi che si era schierato con Clinton, confidando nel suo appoggio in Europa, e dice che se ne deve andare. Una vittoria storica, per Fratelli d'Italia, che spinge l'Ue a rendersi indipendente e sovrana. Un allarme invece arriva da Bersani, per il quale sta avanzando una destra non liberista ma della protezione, a fronte della quale si deve mobilitare una sinistra larga, che rilanci sui diritti.
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