Docce anti-caldo per i visitatori di Auschwitz, è polemica
Docce per rinfrescare i visitatori accaldati all’entrata di Auschwitz. L’idea - giustificata dall’impennata della temperatura che, in Polonia, ha sfiorato i 38 gradi - ha letteralmente scandalizzato gli israeliani giunti nel campo di concentramento, che hanno inevitabilmente accostato gli impianti da cui fuoriescono nuvole di vapore acqueo alle camere a gas.
«Appena sceso dal pullman, mi sono imbattuto in queste docce e sono rimasto sconvolto», ha riferito un visitatore, Meyer Bolka, al Canale 2 israeliano. «È stato un pugno nello stomaco», ha spiegato, «sono andato alla reception per chiedere spiegazioni e l’impiegata mi ha risposto che era un giorno molto caldo. Le ho detto: con tutto il rispetto, mi ricordano le camere a gas. E lei si è scusata».
«La tutela della salute dei visitatori è una nostra priorità durante il periodo di caldo estremo», si è affrettata a spiegare la direzione con un messaggio su Twitter. In un comunicato pubblicato sul sito web di The Times of Israel, inoltre, il museo ha affermato che «è davvero arduo per noi commentare alcuni riferimenti storici suggeriti dalle critiche poichè gli spruzzi di acqua vaporizzata non sono assimilabili alle docce e le docce finte installate dai tedeschi dentro alcune camere a gas in realtà non erano usate per diffondere il gas che usciva da bocchette nel soffitto e nei muri».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato