Italia e Estero

Divorzio, Cassazione: cambiano i criteri per calcolare lʼassegno

Con la sentenza si archivia il parametro del "tenore di vita matrimoniale"
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La Cassazione con la sentenza 11504/17 in materia di assegno di mantenimento in caso di divorzio, ha stabilito nuovi parametri.

In particolare "ha superato il precedente orientamento, che collegava la misura dell'assegno di mantenimento al parametro del 'tenore di vita matrimoniale', indicando come parametro di spettanza dell'assegno, avente natura 'assistenziale', la 'indipendenza o autosufficienza economica' dell'ex coniuge che lo richiede".

Con il divorzio, scrivono i giudici, "il rapporto matrimoniale si estingue non solo sul piano personale ma anche economico-patrimoniale, sicché ogni riferimento a tale rapporto finisce illegittimamente con il ripristinarlo, sia pure limitatamente alla dimensione economica del tenore di vita matrimoniale, in una indebita prospettiva di ultrattività del vincolo matrimoniale".

Per questo va trovato un "parametro diverso rispetto al raggiungimento dell'indipendenza economica". "Se è accertato - si legge nella sentenza depositata oggi - che (il richiedente) è economicamente indipendente o effettivamente in grado di esserlo, non deve essergli riconosciuto tale diritto".

I principali indici che la Cassazione individua per valutare l'indipendenza economica di un ex coniuge sono il "possesso" di redditi e di patrimonio mobiliare e immobiliare, le "capacità e possibilità effettive" di lavoro personale e "la stabile disponibilità" di un'abitazione.

"Viene cancellato il criterio del tenore di vita per quantificare e riconoscere l'assegno divorzile", spiega l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell'associazione matrimonialisti italiani. "Potrebbe scomparire d'ora in poi - aggiunge Gassani - un principio cardine della legge sul divorzio".

"La storia dei soldi dati per la separazione è una storia lunga. Ma la decisione dei giudici della Suprema corte può fare scuola, bisogna ammetterlo. Anche se negli ultimi anni c'è stata una tendenza chiara. Perché negli anni 80 la concessione dell'assegno era per il 60% delle coppie". Ma il dato è molto diminuito con il tempo. "Tanto che nell'ultimo anno è del 19%".

Gassani aggiunge: "In questo senso la Cassazione spesso è un termometro della situazione sociale del Paese. Perché le donne, in tanti casi, lavorano e guadagnano più degli uomini. Inoltre questo verdetto è in linea con la realtà europea".

Stante il fatto che il criterio dell'assegno divorzile "è stato spazzato via", continua Gassani, va ricordato che "le coppie con stipendi fissi hanno solo l'assegno per i figli; sono quelle ricche, fatte di vip, come ad esempio Barbara D'Urso, professionisti e commercianti a giovarsi di questa pronuncia. La Cassazione comunque eleva l'asticella culturale, il matrimonio non è un affare. Se si vive insieme è un conto, insomma, ma l'assegno viene concesso con oculatezza".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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