«Dio è di tutti»: Salvini devoto non piace ai cattolici
Lo sguardo al cielo e il rosario in mano. L’ostentazione dei simboli cristiani durante la manifestazione sovranista di sabato a Milano, con tanto di fischi a papa Francesco dalla piazza, non è andata giù al mondo cattolico, che apre l’ennesimo fronte di scontro con il ministro dell’Interno Matteo Salvini, già in passato attaccato per episodi simili in campagna elettorale.
«Dio è di tutti - l’avvertimento del segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin -. Invocarlo per se stessi è sempre pericoloso». Famiglia Cristiana parla di «sovranismo feticista» guidato dal «capopopolo leghista» che mette in scena «l’ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani». Contro i sovranisti europei si scaglia anche la comunità ebraica di Roma. «Pensavamo di aver sconfitto quel male, ma dopo 70 anni quel male si è riaffacciato - le parole della presidente, Ruth Dureghello -. Striscioni e manifestazioni che inneggiano a simboli che pensavamo davvero di non rivedere più. Non saremo e non vogliamo essere indifferenti».
«Mentre il capopopolo della Lega esibiva il Vangelo, un’altra nave carica di vite umane veniva respinta e le Nazioni Unite ci condannavano per il decreto sicurezza», le parole dell’editoriale di Famiglia Cristiana, con riferimento alla Sea Watch. «L’antifona persino smaccata di Salvini pronunciata in quella distesa di bandiere azzurre e tricolori, con i suoi simboli della cristianità utilizzati come amuleti, con quell’uso così feticistico della fede - scrive Famiglia Cristiana -, serve a coprire come una fragile foglia di fico gli effetti del decreto sicurezza, che ha istituito addirittura con delle sanzioni per chi soccorre il ’reato di umanità’ e ha scaricato per strada uomini donne e bambini già inseriti nei programmi di integrazione, rendendoli privi di diritti civili».
«Sono orgoglioso di andare in giro col rosario sempre in tasca - la replica di Salvini -. Noi stiamo garantendo più sicurezza agli italiani. Io sono credente, mio dovere è salvare vite e svegliare coscienze». Proprio sabato, però, lo stesso papa Francesco, incontrando la stampa estera, aveva avvertito che «il Mediterraneo si sta convertendo in cimitero». «I viaggi e le tragedie, come quella recente al largo della Tunisia, continuano - gli fa eco Famiglia Cristiana -, secondo l’Unhcr per chi si imbarca un migrante su tre perde la vita, le partenze sono indipendenti dalla politica dei porti». E da piazza San Giovanni in Laterano, dove Parolin ha incontrato le comunità di migranti in occasione della tradizionale Festa dei Popoli, il cardinale ha invitato a «fare attenzione a non lasciarsi andare all’indifferenza, alla tentazione della non conoscenza e soprattutto la tentazione di volerci rinchiudere nelle nostre sicurezze». «Anche semplicemente ignorare il nostro vicino - ha sottolineato - è il primo passo per spegnere la carità che è in noi».
Del resto, i gesti che si sono tradotti in prese di distanza della Chiesa dalle politiche del ministro Salvini, sono stati diversi negli ultimi mesi; e con la decisione del Papa di ricevere una famiglia rom e quella dell’elemosiniere vaticano di riattivare la luce in uno stabile occupato, hanno visto un crescendo negli ultimi giorni. Ora un’ulteriore conferma è arrivata da Civiltà cattolica e da Famiglia Cristiana, che invitano a non brandire il rosario - baciato da Salvini sul palco di Milano - come strumento politico. Il dibattito ha radici lontane.
I simboli cristiani fanno parte dell’armamentario di quei movimenti di destra che in Europa, e non solo, dichiarano di rifarsi alle tradizioni occidentali in contrapposizione con «l’avanzata» islamica. È così per Marine Le Pen, da sempre paladina delle «tradizioni cristiane»: quando tre anni fa la leader del Front National si ritrovò, come sabato, con Salvini, citò Milano come il luogo dell’editto di Costantino, «radice della nostra civiltà cristiana».
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